NBA vs WNBA: le dichiarazioni di Porter Jr. e Ball scatenano la polemica

La discussione tra Michael Porter Jr. e Lonzo Ball sul confronto NBA–WNBA dice più sulla mentalità degli atleti che sulle reali differenze tra le due leghe

Michael Porter Jr. Denver Nuggets

Michael Porter Jr. e Lonzo Ball, oggi ai Brooklyn Nets e ai Cleveland Cavaliers, hanno riportato in vita una discussione che compare puntuale ogni volta che qualcuno decide di confrontare due mondi diversi: fino a che punto un giovane prospetto NBA potrebbe dominare nel WNBA?

Il tutto è nato durante un podcast, quando Porter Jr. ha commentato una frase di Patrick Beverley (arrestato nei giorni scorsi con accuse pesanti), secondo cui “una squadra del WNBA potrebbe battere la panchina di una squadra NBA”. Un’idea che non è piaciuta affatto a Lonzo Ball.

Lonzo Ball ha risposto in modo diretto, convinto che il suo io quindicenne sarebbe stato dominante:

Lo dico nel modo più rispettoso possibile, ma Lonzo Ball in prima superiore nella WNBA avrebbe fatto scintille. A quell’età ero già oltre i sei piedi, schiacciavo, entravo in area senza problemi. Nessuna giocatrice del WNBA faceva quelle cose. Andavo a canestro, lanciavo alley-oop… sembravo Jordan

Lonzo Ball

Il giocatore dei Brooklyn Nets, Michael Porter Jr., non è stato a guardare. Ha alzato ulteriormente l’asticella del discorso:

Io direi addirittura in terza media, perché ho esperienze reali. Giocavo contro le mie sorelle, che erano alla University of Missouri. A quell’età mi facevano giocare con la squadra scout e lì c’erano anche future giocatrici WNBA come Sophie Cunningham. Ero in seconda o terza media e stavo andando forte

Michael Porter Jr

Poi ha aggiunto un commento più generale:

Vorrei che questa discussione finisse. Per me dovrebbe essere buon senso, e a volte mi sembra che il buon senso manchi un po’

Michael Porter Jr

In fondo, tutta questa storia resta un esercizio vuoto: non aggiunge nulla, non chiarisce le differenze tra NBA e WNBA e non porta a nulla. È il classico dibattito che nasce dall’ego, dalla curiosità o dal puro divertimento di immaginare scenari impossibili.

Gli atleti di alto livello vivono in un perenne stato di convinzione personale: basta un microfono e un ricordo adolescenziale per trasformare tutto in un racconto mitico. Magari hanno anche qualche punto a favore, magari no.

Ma quando si lanciano in queste dichiarazioni, mostrano soprattutto come vedono sé stessi, più che offrire un vero confronto tra due leghe professionistiche.

Leggi anche

Loading...