Infortunio Stephen Curry: “Aspettiamo gli esami”

Un silenzio irreale ha avvolto il Chase Center quando Stephen Curry è crollato a terra, ma la diagnosi iniziale ha evitato il peggio

Steph Curry Injury

Stephen Curry ha lasciato il parquet del Chase Center con più domande che certezze. Nel finale del match di NBA Cup tra Warriors e Rockets, una smorfia di dolore e la mano portata subito alla gamba hanno gelato l’arena.

Per qualche secondo, tutti hanno pensato al peggio: un problema al ginocchio, magari qualcosa di serio. Invece, poco dopo la sirena, la versione ufficiale dei Warriors ha ribaltato l’ansia iniziale: si tratta “solo” di una contusione al quadricipite destro. Gli esami chiariranno meglio l’entità dell’infortunio.

La tensione sul volto di Steve Kerr durante la conferenza post-partita era evidente, ma l’Head Coach dei GSW ha lasciato trapelare anche un piccolo sospiro di sollievo.

Quando ho sentito che era il quadricipite, mi sono sentito quasi sollevato. È comunque meglio di caviglia o ginocchio

Steve Kerr via Anthony Slater

La serata, per i GSW, non è finita meglio dal punto di vista del risultato. Houston ha strappato un 104-100 di peso, portandosi sul 12-4 stagionale e confermando un inizio di annata di alto livello. I Warriors invece scivolano sul 10-10, una posizione che racconta un avvio oscillante e pieno di incognite – ora anche fisiche.

Curry si è fermato proprio mentre Golden State tentava l’ultimo assalto alla partita, e da quel momento la sfida ha cambiato tono. Al di là dei risultati degli esami strumentali, il punto interrogativo rimane sempre lo stesso: quanto può permettersi di stare senza il suo faro offensivo?

La risposta arriverà solo nelle prossime ore, ma nell’immediato a San Francisco prevale una consapevolezza quasi paradossale: per quanto lo spavento sia stato forte, lo scenario poteva assumere contorni ben peggiori.

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