I Lakers non tirano più da tre, ma dominano nell’attacco dell’area
La squadra di JJ Redick ha scelto di rinunciare alla minaccia dall’arco per attaccare solo il cuore dell’area. I Lakers sono ultimi nelle triple, ma primi per efficienza da due
La scelta dei Los Angeles Lakers per questa stagione è chiara e quasi radicale: rinunciare alla dimensione perimetrale per concentrare ogni sforzo nel cuore del campo.
Dopo quattro mercati consecutivi senza aver risolto il problema dei tiratori affidabili sugli scarichi, la squadra ha abbracciato in pieno l’identità voluta da JJ Redick: ridurre al minimo il tiro da tre e massimizzare l’efficienza nel pitturato.
L’allarme triple: ultimi per volume, giù anche le percentuali
I numeri parlano in modo eloquente.
- 30° posto per triple tentate
- 25° per percentuale dall’arco
Nemmeno avere in squadra quello che molti considerano il miglior playmaker del campionato è bastato per invertire la rotta nelle scelte di roster. L’attacco dei Lakers è stato modellato per vivere quasi esclusivamente dentro i 5–7 metri dal ferro, un’impostazione che oggi li distingue da qualsiasi altra contender.
Un’identità estrema: dominio nel pitturato e midrange
Il risultato di questa filosofia è altrettanto netto:
- 1° posto NBA per percentuali da due punti
- 1° per conclusioni nel pitturato
- tra i migliori per efficienza nel midrange
Tagli, post-up rapidi, short roll e penetrazioni costanti diventano la base del playbook. Redick ha costruito un ecosistema pensato per produrre vantaggi ripetuti vicino al canestro, sfruttando fisicità, letture e ritmo controllato.
Il vantaggio è nella linea del tiro libero
Questa struttura ha un secondo effetto strategico: permette un rientro cadenzato di LeBron James, senza chiedergli da subito di essere motore continuo del gioco. Ma soprattutto genera un differenziale che incide su ogni partita:
- 2° posto per tiri liberi tentati
- 4° posto per free throws concessi agli avversari
In altre parole, i Lakers vincono la battaglia della fisicità e controllano il ritmo tramite il cronometro fermo.
Un compromesso rischioso per i playoff
La domanda resta aperta: si può davvero competere con le contender senza una minaccia costante dall’arco?
La storia recente direbbe di no. Ma per i ritmi e la natura di questa regular season, l’approccio dei Lakers si sta dimostrando un compromesso sorprendentemente coerente: metodico, fisico, e capace di produrre efficienza anche senza la dimensione perimetrale.
Il futuro dirà se questa identità potrà reggere alle difese di livello playoff. Per ora, Los Angeles ha scelto una strada diversa dal resto della lega – e nel pitturato, almeno, sta funzionando davvero bene.