Anthony Edwards, il lavoro con Jordan inizia a dare i suoi frutti
Contro i Suns arriva una sconfitta, ma Anthony Edwards, 40 punti, continua a mostrare la sua crescita offensiva
Anthony Edwards ha perso la partita, ma non il sorriso. Contro i Suns ha confezionato una serata da 40 punti con la naturalezza di chi ormai vive ogni gara come un esame da playoff.
E infatti lo dice chiaro: le difese su di lui sono raddoppi, lo triplicano, ma invece di lamentarsi come un anno fa, oggi ci gioca. Ci dialoga. Quasi le sfida.
È questo il segno più evidente della crescita di Ant-Man: il talento c’era già, la maturità sta arrivando adesso. Analizza i video, studia le rotazioni, sa esattamente dove mandare la palla quando gli tolgono lo spazio.
E se poi i compagni non segnano, amen: per lui è solo parte del processo. Lo dice con leggerezza, quella di chi sa di essere la stella ma anche il motore di un sistema.
L’anno scorso ero frustrato, ma ora ho visto di tutto, analizzando i filmati e cercando comunque di restare aggressivo. Sì, è stato divertente. Ora so esattamente dove voglio far arrivare la palla. Stasera abbiamo avuto tanti tiri aperti. Non li abbiamo segnati, io per primo
Anthony Edwards
Minnesota perde 105-108, scivola a 15-9, ma il messaggio resta forte: il loro leader non solo regge il peso dei riflettori, ci si diverte pure. Lui che in off season ha ascoltato anche i consigli di Michael Jordan per migliorare in alcune situazioni di gioco come i raddoppi che spesso le difese gli riservano.
Magari la passo a Rudy, uno deve ruotare, e il mio uomo può rilassarsi un attimo, girare la testa. A quel punto torno a ricevere e per il lungo diventa difficile rientrare nel raddoppio. Io sto attaccando il ferro in velocità
Anthony Edwards
E adesso lo attende Stephen Curry, pronto al rientro. L’ultima volta Edwards gli parlò in faccia per tutta la serie, guidando i Wolves a un 4-1 che profumava di passaggio di consegne.
Edwards arriva col vento in poppa, Curry con il desiderio di rimettere ordine. Sarà una sfida tra generazioni, tra stili, tra talenti che non temono la pressione. E se Ant continuerà a sorridere anche sotto raddoppio, allora la NBA avrà davvero trovato il suo nuovo uomo copertina.