NBA, le ambizioni dei nuovi Atlanta Hawks

Con l’innesto di DeJounte Murray, gli Atlanta Hawks si candidano ad essere una delle squadre più interessanti

Trae Young esulta nella vittoria contro i Phoenix Suns

Dopo le clamorose Finali di Conference del 2021, riconfermarsi a quei livelli era la missione più complicata per i giovani Atlanta Hawks di Nate McMillan.

Nella passata stagione infatti, gli esperti Miami Heat hanno messo a nudo i difetti di questo roster, eliminandoli nettamente al primo turno, ma la dirigenza ha prontamente risposto.

Il principale problema evidenziato è stato che Trae Young da solo, per quanto sia un fenomeno, a certi livelli non basta: agli Heat è bastato mettere la sfida sul piano fisico, con raddoppi sistematici su di lui, per eliminare tutte le trame di gioco degli Hawks.

La soluzione ideale a questo problema è togliergli qualche possesso e responsabilità, affiancandogli un All-Star in crescita esponenziale come DeJounte Murray, che aggiunge anche una fase difensiva e un playmaking che a Kevin Huerter mancava.

Con due guardie, in grado di fornire potenzialmente 20 assist a partita, atleti straordinari come DeAndre Hunter e John Collins, oltre al sempreverde Clint Capela, possono esprimersi al meglio, oltre che regalare spettacolo.

La rotazione ha perso un pezzo importante come Danilo Gallinari, ma avere alternative del livello di Bodgan Bogdanovic e Onyeka Okongwu (che può ambire persino alla titolarità), rende comunque la panchina abbastanza profonda e qualitativa.

Negli ultimi anni le squadre giovani e carismatiche stanno prendendo sempre più spazio nei piani alti della lega, basti pensare al cammino dei Memphis Grizzlies e alle buone prestazioni di T’Wolves e Pelicans, quindi siamo sicuri che, nei momenti decisivi dei Playoffs, questi Hawks avranno delle ottime carte da giocarsi.

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