T’Wolves, l’esperimento twin-towers funzionerà davvero?
Dopo aver sacrificato gran parte del futuro per arrivare a Rudy Gobert, in quel di Minneapolis si dovrà in ogni modo puntare altissimo
Probabilmente quello che ha coinvolto Rudy Gobert è stato lo scambio che ha destato più scalpore di tutta la off-season. Che il francese fosse in uscita da Utah era ormai ben noto, ma che i Timberwolves fossero pronti a farci più di un pensierino un po’ meno. Sul valore in campo del francese nessuno pone dubbi. Minnesota si è portata a casa probabilmente il migliore rim-protector della lega, nonchè una sicurezza per la regular-season. Se però l’affare potrà rivelarsi azzeccato in ottica titolo lo vedremo solo strada facendo.
Il punto di domanda più grande probabilmente è questo. Valeva davvero cedere tutte quelle scelte e tutti quei giocatori per un trentenne con quel contratto? E soprattutto per un giocatore che in attacco ha dimostrato preoccupanti limiti. Vedremo se lui e Karl Anthony Towns sapranno compensarsi a vicenda, con il primo che giocherà presumibilmente lontano da canestro, intensificando il suo ruolo di lungo tiratore e scorer. Per il resto palla in mano ad Anthony Edwards, con D’Angelo Russell costretto a ricoprire il ruolo di play-maker (non si esclude tuttavia un suo addio prima della dead-line).
E il discorso spaziature? Anche qua andrebbero poste alcune riflessioni, soprattutto considerando l’ingombrante presenza di Gobert al ferro e la sua non sempre decisa capacità da rollante. In pre-season diversi problemi sono emersi sotto questo punto di vista, con Chris Finch che sarà chiamato ad aggiustare qualcosina. Sicuramente un punto forte dovrà essere l’intesa tra Gobert e Russell, giocatore molto avvezzo ad un ruolo da passatore e con un ottima lettura dei pick-and-roll.
Tuttavia, poichè il francese non riesce a giocare a più di due metri lontano da canestro, per KAT sarà molto più difficile cercare di attaccare con sicurezza in penetrazione. Probabilmente il numero 32 dovrà ambire maggiormente ad un ruolo di tiratore sugli scarichi, alternandosi con Jaden McDaniels, che a mio avviso sta diventando uno dei 3-and-D più interessanti della NBA.
Sulla second-unit sono molto più ottimista, avendo la dirigenza dei Wolves optato su giocatori molto simili ed in grado di ricoprire più ruoli in campo. Naz Reid sarà un ottimo back-up in uscita dalla panchina, garantendo tiro, atletismo e buoni doti da stoppatore. Bryn Forbes ed Austin Rivers sono due ottimi tiratori, mentre Kyle Anderson aggiunge una dimensione in difesa e negli attacchi in transizione sicuramente più completa rispetto a Jarred Vanderbilt.
Davvero una scommessa questi nuovi Minnesota Timberwolves, che quest’anno saranno attesi ad un ulteriore salto di qualità, potendo contare su una squadra nuova, ma molto lunga e profonda. Se la scelta di puntare su Rudy Gobert si rivelasse corretta, i ragazzacci di Minneapolis potrebbero rivelarsi un’autentica mina vagante ad Ovest.