NBA, Lakers e Celtics: la rivalità che ha fatto la storia

Trentaquattro titoli in due, diciotto MVP, dodici scontri in finale, una sola storia: la rivalità tra Lakers e Celtics

Bird e Johnson in finale

Con la vittoria di questa notte i Lakers hanno raggiunto i rivali, i Celtics, al primo posto per titoli in bacheca con diciassette vittorie. Un traguardo storico che mette ancora una volta affiancate le due franchigie più vincenti di sempre e con gran distacco dalle squadra successive, i Bulls e gli Warriors, con sei trofei.

La rivalità ha radici molto profonde, quando i Lakers erano ancora a Minneapolis ed erano la squadra di George Mikan, venivano da cinque titoli ed erano i dominatori incontrastati della lega. A rovinare la festa, i Celtics di Red Auerbach e Bill Russell, la Storia (S maiuscola) dei biancoverdi. Sette finali in dieci anni contro i gialloviola, dal 1959 al 1969, con Boston assoluta padrona: sette titoli vinti contro i Lakers che si sono andati ad aggiungere agli altri vinti contro altre avversarie.

Russell chiuderà la carriera con undici anelli, record assoluto, di cui due da giocatore-allenatore. È solo l’introduzione di quella che passerà alla storia come la più grande rivalità sportiva.

Arrivano gli anni 70 e anche qui le due franchigie ci mettono lo zampino: i Lakers vincono il titolo nel 1972 con la coppia d’oro Chamberlain/West, i Celtics nel ’74 e ’76, per poi lasciare finalmente un po’ di spazio ad altre squadre. Ma il cammino è già segnato: Kareem Abdul-Jabbar arriva a Los Angeles, dal Draft escono prima Larry Bird, accasatosi a Boston, e poi Magic Johnson, fresco vincitore del titolo NCAA proprio contro Bird che andrà a formare con Jabbar una delle coppie più forti di sempre. Inizia quindi l’era dello Showtime a LA, che varrà cinque anelli (di cui due proprio contro i biancoverdi) e dei 3 titoli dei Celtics, uno tolto proprio a Los Angeles.

L’intermezzo tra questo periodo denso di vittorie e la successiva ondata guidata dai Lakers porta il nome di Michael Jeffrey Jordan. Gli anni ’90 sono perlopiù suoi, con uno spotlight sui Rockets di Hakeem Olajuwon nel biennio di ritiro di Jordan.

I Lakers però hanno le idee chiare: acquistano Shaquille O’Neal da Orlando, selezionano Kobe Bryant al Draft del 1996 e portano Phil Jackson sulla panchina. Sono gli ingredienti che andranno a formare i Lakers del Three-peat: tre titoli consecutivi dal 1999 al 2001 con poche possibilità di replica. I losangelini arriveranno alle Finals anche nel 2004 ma si spegneranno sui ruvidi Detroit Pistons di Larry Brown e Chauncey Billups.

Nel mentre, i Celtics navigano in cattive acque, tolta la comparsata alle Finali di Conference nel 2001 col rischio proprio di incontrare i Lakers in finale. Il three-peat però è passato, O’Neal va via lasciando la squadra in mano a Bryant e fino al 2008 delle due franchigie si parla poco.

Quell’anno è un punto di svolta: Danny Ainge articola un paio di scambi clamorosi portando alla causa dei Celtics Kevin Garnett e Ray Allen, che vanno ad unirsi alla stella di casa, Paul Pierce. Quasi come segno del destino, arriva anche l’esplosione definitiva del talento di Rajon Rondo: i giochi sono fatti, Boston crea un superteam al solo scopo di raggiungere le Finals e ci riesce.

Ad aspettarli trovano, guarda un po’, i Lakers che non sono certo stati a guardare: dal mercato arriva infatti Pau Gasol, che va a dare quell’aiuto tanto sperato e chiesto da Kobe Bryant, fino a quel momento unico interprete della squadra.

La Finale è pura rievocazione dei fasti del passato: Boston vince 4 a 2 e porta a casa con assoluto merito il diciassettesimo titolo, il primo per ognuno dei Big Three. Quello che sembra il ritorno della Rivalry per eccellenza trova la sua conferma due stagioni dopo: i Lakers freschi campioni del 2009 contro gli Orlando Magic di Dwight Howard e Jameer Nelson, arrivano alle Finals dove incontrano i biancoverdi.

Stavolta la storia premia Los Angeles dopo una serie combattuta e portata fino a Gara 7. Kobe Bryant vince il suo quinto titolo con la maglia gialloviola e il suo secondo premio di Finals MVP.

Quello, fino ad oggi, è l’ultimo titolo vinto da una delle due franchigie migliori di sempre. Con questo trionfo i Lakers prendono il posto al fianco dei rivali e ristabiliscono l’equilibrio. I ringraziamenti vanno tutti a LeBron James, neanche a dirlo, e a Anthony Davis. Un altro titolo, un’altra supercoppia, un altro capitolo nella storia della lega che è sempre, oggi più che mai, a tinte gialle, viola, bianche e verdi.


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