Sorprese e delusioni di questo inizio di stagione NBA
La stagione NBA è iniziata solo da qualche settimana, ma possiamo già parlare di sorprese e delusioni
Ovviamente ci sono ancora tantissime partite da giocare, e come sempre i conti si faranno alla fine, ma alcune indicazioni sono abbastanza chiare perché coadiuvate dai “numeri”. Tutti i fan della NBA possono restare sempre aggiornati sulle classifiche delle due conference, magari andando a vedere i risultati delle partite NBA di oggi e risultati dal vivo.
Siete pronti a vedere insieme a noi sorprese e delusioni di questo inizio di stagione NBA?
Le sorprese
La squadra più sorprendente sono senza dubbio i San Antonio Spurs (5-2 dopo le prime 7 partite), in quello che potrebbe essere considerato l’anno zero per la franchigia texana, che secondo molti dovrebbe vivere un’annata di transizione, puntando esclusivamente alla lottery. Tra l’altro gli speroni in estate avevano perso anche Dejounte Murray, che in molti pensavano potesse diventare il nuovo uomo franchigia. Come al solito Popovich ha sorpreso tutti attraverso la sua etica del lavoro, che ha valorizzato giocatori come Keldon Johnson (16 triple nelle prime 5 partite) e Jakob Poeltl, che si stanno rivelando i due fattori più importanti della squadra.
In questo inizio di stagione sono una sorpresa anche i Portland Trail Blazers (5-1 dopo 6 partite), che hanno vinto alcune partite in volata anche grazie ad un ritrovato Damian Lillard. Agent Zero fino ad ora ha avuto un buon supporto da Anfernee Simons e Jerami Grant, ma è da segnalare anche il buon avvio del rookie Shaedon Sharpe e la solidità di Jusuf Nurkic.
Restando ancora nella Western Conference non si può non restare sorpresi dal buon avvio degli Oklahoma City Thunder (4-3 dopo 7 partite), che sotto la guida di un illuminato Shai Gilgeous-Alexander (31.5 punti a partita nelle prime uscite) andando ben oltre le aspettative di chiunque. Molto probabilmente sarà solo un fuoco di paglia, ma per adesso non possiamo che fare i complimenti ai Thunder che faranno a meno per tutta la stagione di Chet Holmgren.
Ad est la sorpresa sono i Cleveland Cavaliers (5-1 dopo 6 partite), che come lo scorso anno sono partiti alla grande. Donovan Mitchell sembra essere tornato il giocatore che avevamo ammirato pre-infortunio e con oltre 32 punti a partita sta guidando i suoi compagni a risultati sorprendenti. Ma ad impressionare dei Cavs è la solidità della squadra, con ben 7 giocatori in doppia cifra di media per punti segnati, e soprattutto con la seconda miglior efficienza difensiva della NBA.
Le delusioni
Quando si parla di delusioni la prima squadra che viene in mente sono ovviamente i Los Angeles Lakers (1-5 nelle prime 6 partite). Nonostante la prima vittoria stagionale, arrivata dopo 5 sconfitte consecutive, i gialloviola sembrano essere già scesi in un baratro senza fondo. Russell Westbrook continua ad essere un’entità astratta rispetto al resto della squadra, ed i soli LeBron James ed Anthony Davis non sembrano in grado di poter portare da soli i gialloviola alla vittoria. L’unica nota lieta in questo avvio di stagione dei gialloviola è Lonnie Walker IV, che sembra essere l’unico giocatore del supporting cast in grado di stare a certi livelli.
Molto sotto le attese anche il rendimento dei campioni in carica dei Golden State Warriors (3-5 in 8 partite) che hanno iniziato la stagione in maniera soft. La squadra di Steve Kerr ha alcuni piccoli problemi da risolvere, tra cui l’efficacia difensiva, ma soprattutto sta pagando la scarsa condizione di due giocatori importanti nello scacchiere del coach: Klay Thompson e James Wiseman.
L’avvio di stagione è stato pessimo anche per i Brooklyn Nets (2-6 in 8 partite), dove il primo a pagare è stato Steve Nash, silurato dal GM Sean Marks dopo appena 7 partite. Che sulle rive dell’Hudson non fossero tutte rose e fiori si era capito dalle dichiarazioni estive dei suoi protagonisti, ma un inizio del genere forse non se lo aspettavano nemmeno i più pessimisti. Sean Marks è al lavoro sul mercato per portare in maglia Nets un tiratore affidabile, per il quale sarebbe pronto a rinunciare anche a Ben Simmons.