Tre temi dalla grande nottata di NBA
L’abbuffata di partite targata NBA ci ha lasciato moltissimi temi, proviamo ad analizzarne qualcuno
L’ultima trovata della NBA è stata un enorme successo: l’idea di far giocare tutte le 30 squadre nel giro di poche ore ha riscosso veramente tanto entusiasmo tra i fan di tutto il mondo.
Tante partite, tante giocate da highlights, ma anche tanti temi da approfondire; proviamo ad analizzarne qualcuno.
I ritorni in grande stile di Embiid e Lillard
I ritorni, nell’aria già da qualche giorno, di Joel Embiid a Philadelphia e di Damian Lillard con i suoi Blazers hanno portato grandi risultati, con due vittorie illustri: Phila in casa ha vinto contro i Suns (orfani di Chris Paul, uscito dopo soli 13 minuti per infortunio) grazie ad una super prestazione del suo condottiero: sono ben 33 punti (più i 10 rimbalzi e 5 assist) con cui Embiid ha dominato contro un molto poco convincente DeAndre Ayton.
Continua invece il momento magico di Portland, che passa a Miami grazie alle sue guardie: bene Dame Lillard (19 punti e 6 assist), ancora meglio Anfernee Simons, che ne segna ben 25, anche l’eroe di serata è Josh Hart, che, in zona Tripla Doppia, ha regalato anche la tripla decisiva allo scadere, a siglare la settima vittoria nelle prime 10 gare.
Lakers, no LeBron no party, ma Utah vola
Intendiamoci, anche con il Re in campo l’inizio di stagione dei Lakers è stato disastroso, ma figuriamoci senza… i Jazz dei miracoli (che volano in cima alla Western Conference con un record di 9-3) pasteggiano in casa di quello che resta della LA gialloviola: nonostante una buonissima prova di Anthony Davis e Russell Westbrook, almeno in zona offensiva, il punteggio finale recita un drammatico -23, frutto di un supporting cast inadeguato e di una fase difensiva praticamente inesistente, come dimostrano anche le altissime percentuali di Utah, che ha avuto spesso tiri comodi.
Grande onore ai Jazz comunque, che giocando da squadra, sembrano un giocattolo perfetto creato dalla dirigenza.
Golden State risorge nel finale
Si stavano avvicinando all’orlo di un pericoloso precipizio gli Warriors, che a metà terzo quarto si trovavano a -11 dall’ennesima sconfitta di questo periodo nero, col rischio di aprire definitivamente una crisi finora solo accennata.
A salvare i suoi ci ha pensato, tanto per cambiare, un clamoroso, inarrivabile Steph Curry, che ne ha messi 17 nel solo quarto quarto, con una prestazione super da 47 punti, 8 rimbalzi e 8 assist (con ZERO palle perse!), che si rimette prepotentemente in corsa anche in ottica MVP.
Ottimo come sempre anche Andrew Wiggins, che chiude in Doppia Doppia da 25 punti e 10 rimbalzi. Nonostante questo Steve Kerr avrà molto lavoro da fare, soprattutto per recuperare elementi come Jordan Poole, ancora una volta pessimo, e James Wiseman, seduto a guardare i compagni dalla panchina per 48 minuti.