Kings, è l’anno giusto per tornare ai Playoffs?
Dopo tanti anni di sofferenze e pessimi risultati è arrivato per i Sacramento Kings il momento di tornare ai Playoffs?
Per intenderci, l’ultima volta che i Kings hanno giocato i Playoffs esistevano ancora i Seattle SuperSonics e Kevin Durant non era ancora stato draftato. Parliamo dunque di una franchigia che, nonostante il meccanismo della Lottery e del Draft NBA, fatica a ricostruire e a tornare competitiva.
Partiamo dal 2015. Hanno la sesta scelta e decidono di chiamare Willie Cauley-Stein, un lungo di grandi prospettive, che aveva brillato in NCAA, ma che in NBA si rivelerà un flop.
L’anno successivo hanno la tredicesima e chiamano Giōrgos Papagiannis, anche qui sbagliando. Nel 2017 con la cinque chiamano invece De’Aaron Fox, che al momento sembra essere stata la loro migliore decisione degli ultimi anni.
Ma la grande occasione per la svolta arriva nel 2018, quando i Kings hanno la seconda scelta e decidono di chiamare Marvin Bagley III al posto di Luka Doncic (ma non solo, anche Jaren Jackson, Trae Young e Shai Gilgeous-Alexander). Con il senno di poi è tutto più facile certo, eppure ancora oggi i tifosi di Sacramento rosicano, e per chissà quanto tempo ancora.
Nel 2019 hanno una scelta molto bassa, mentre ne 2020 pescano bene con Tyrese Haliburton alla 12esima chiamata, ma decidono di scambiarlo due anni dopo ai Pacers (insieme a Buddy Hield) in cambio di Sabonis, attirandosi anche qui molte critiche dai fan e dai media.
Le due scelte successive (Davion Mitchell e Keegan Murray) sono ancora troppo fresche per essere giudicate, eppure secondo molti la dirigenza dei Kings rappresenta una delle peggiori gestioni di tutta la NBA (i Sacramento Kings hanno il record all-time per anni di assenza dai Playoffs).