Zion Williamson riflette sulle sue prime 100 partite in NBA

Zion Williamson e il rimpianto dei tanti problemi che hanno caratterizzato i suoi primi anni in NBA

Zion Williamson prima di una gara NBA

L’unico altro giocatore dai tempi di LeBron James in grado di creare un hype paragonabile a quello che sta generando Victor Wembanyama ancor prima di entrare in NBA è stato Zion Williamson.

Prima scelta assoluta al Draft del 2019, l’ex Duke sembrava destinato a spaccare la lega, dominando fin da subito e portando una franchigia abituata a perdere come i New Orleans Pelicans in alto, mettendola al centro della mappa NBA.

Purtroppo, i problemi fisici ne hanno limitato nettamente l’impiego e, soprattutto, la crescita. In tre stagioni e un pezzo ha disputato solo 100 partite e senza mai scendere in campo nel 2021-2022, ufficialmente per un problema al piede, anche se sono fresche nella memoria le immagini di Zion Williamson in evidente difficoltà a livello di forma fisica.

Finalmente, quest’anno, sembra quello dell’ascesa definitiva (negli scorsi giorno anche Ja Morant ha elogiato il prodotto di Duke). Williamson, se integro e fisicamente sano, può esplodere definitivamente, puntando a traguardi importanti, dando il definitivo via alla sua carriera in NBA e rendendo giustizia al suo status di predestinato, visto che in così pochi match ha messo a segno ben 2.524 punti. Per intenderci, l’ultimo a riuscirci fu Michael Jordan.

In un’intervista rilasciata a una testata di New Orleans, il giocatore dei Pelicans ha parlato di questi primi anni nella lega e delle difficoltà incontrate lungo il cammino.

È stato un lungo viaggio. Non sono felice per come è andata. Avrei voluto giocare ogni partita. Alla fine della giornata, tuttavia, sono ancora grato di averlo attraversato. Mi ha aiutato a crescere mentalmente, spiritualmente e come uomo

Zion Williamson

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