NBA, come cambiano le statistiche offensive anno dopo anno

In NBA non si smette più di segnare, riscrivendo il libro dei record: tanti punti però non sono sinonimo di successo

Wilt Chamberlain 100 punti

Una delle immagini più iconiche nella storia dello sport mondiale è quella che vede ritratto Wilt Chamberlain tenere in mano un foglio in cui c’è scritto “100”.

Una foto iconica che racconta una storia epica, quella dei cento punti di uno dei giocatori più dominanti della storia NBA. Un record tuttora rimasto imbattuto ma che rappresenta anche un numero magico, una base che garantisce alte probabilità di vincere una partita. Le cose, però, sono cambiate.

Il gioco si è evoluto. Una verità inconfutabile, legata alla conformazione dei giocatori, alle loro abilità e al nuovo modo di intendere la pallacanestro, fortemente connesso al tiro da oltre l’arco.

Oggi, di conseguenza, si segna molto di più. Le cifre, anno dopo anno, continuano a crescere vertiginosamente. In questa stagione le squadre che realizzano almeno 100 punti perdono nel 45% delle occasioni, un dato mai così alto negli ultimi 50 anni e superiore del 10% rispetto alla media della storia NBA.

Detroit, Orlando e Houston, tre franchigie che non lottano per il vertice della lega, forniscono esempi chiari e lampanti per riuscire a spiegare questa nuova tendenza. Segnando almeno 100 punti, i Pistons hanno un record di 6-14, i Magic di 4-16, i Rockets di 7-15.

La media dei punti per partita delle trenta franchigie in questa prima parte di regular season è di 113.3 (il dato più alto dal 1969-70), circa 13 e 17 punti in più rispetto ad otto e undici stagioni fa. In parte, tutto questo dipende, come già accennato, dalla dipendenza dal tiro da tre punti, il cui record di triple totali in una stagione è stato battuto nella scorsa con ben 30.598.

Inoltre, sono sempre di più i giocatori che segnano mediamente più di 20 punti a serata, circa 50. Facendo girare le lancette dell’orologio indietro di dieci anni, invece, appena 11 giocatori potevano permettersi il lusso di collezionare numeri simili.

I Los Angeles Clippers, per portare un altro esempio che possa chiarificare meglio i dati che avete appena letto, nella stagione 2014-15 segnavano 106.9 punti a partita, facendo registrare il secondo miglior dato del campionato. Oggi, ne segnano 107.2 e sono ultimi in questa speciale classifica.

Le prove per avvalorare questa tesi sono tante, a dimostrazione di quanto il basket, soprattutto dall’altra parte dell’oceano, stia mutando aspetto. Una, tuttavia, è tanto curiosa quanto stupefacente.

Il 13 novembre i Knicks hanno segnato 135 punti nei tempi regolamentari, perdendo. Infatti, i Thunder sono stati capaci di farne 145. L’ultima volta in cui i beniamini del Madison Square Garden sono usciti sconfitti dal campo realizzando così tanti punti senza passare dall’overtime risale al 2 marzo 1962, il giorno in cui i Philadelphia Warriors riuscirono a batterli 169 a 147, aiutati dai 100 punti di Wilt Chamberlain.

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