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Mavs, Luka Doncic ha bisogno di un degno secondo violino?

Dopo un inizio di stagione così così, in quel di Dallas si cerca una strada alternativa per ovviare all’eccessiva dipendenza da Luka Doncic

Il livello di mega-creation e di punti realizzati per possesso da Luka Doncic hanno raggiunto i massimi storici, e testimonia una volta di più la completa dipendenza dei Mavs dalle sue prestazioni. Probabilmente senza di lui Dallas sarebbe una squadra da lottery, ed anche i numeri sembrano testimoniare questo impressionante dato.

Ma possibile che, negli ultimi 3 anni e mezzo, la dirigenza non sia stata in grado di creare intorno allo sloveno un organico davvero competitivo, e. soprattutto, di affiancargli una seconda star complementare a lui. Sappiamo tutti infatti che nessun giocatore, almeno che non si chiami Micheal Jordan o Kareem Abdul-Jabbar, sia in grado di trascinare da solo una squadra al titolo.

Eppure quest’estate qualcosa sembrava esser cambiato. L’arrivo di Christian Wood, reduce da una costante crescita a Houston, sembrava finalmente aver parzialmente risolto molte cose, essendo il numero 35 uno dei migliori lunghi tiratori della lega nonchè in grado di spaziare in modo molto ordinato in tutte le posizioni nel front-court. Invece il prodotto di UNLV si è rivelato incapace di incidere concretamente e poco funzionale al gioco di Doncic, abituato com’è a giocare molto con la palla in mano.

Lo sloveno ad oggi sta giocando più di 37 minuti a partita, con ritmi ed intensità davvero devastanti. Ma, considerando la lunghezza e le fatiche che la regular-season porta con se, continuare su questi livelli sarà impossibile, soprattutto in vista play-offs. Le cifre che sta mettendo sono di un potenziale MVP (33.4 punti, 9 assist ed 8.5 rimbalzi di media), ma il rischio è quello di avere una stagione simile a quella di Russell Westbrook nel 2016-17, che si concluse con una rovinosa uscita al primo turno.

Mi pare ovvio che Luka non possa giocare con questi ritmi per tutta la stagione regolare. Gli stiamo chiedendo troppo, non può guidare la squadra in attacco e contemporaneamente poi ripiegare in fretta nella fase difensiva. Nessun giocatore reggerebbe un simile sforzo, bisogna che anche gli altri imparino a sostituirlo in maniera adeguata

Jason Kidd a Yahoo Sports

Eppure Dallas è l’ultima squadra in tutta la NBA per punti segnati in transizione e nel pitturato. Nessuno sembra in grado di far rifiatare Doncic, che, senza la palla in mano, non riesce proprio a giocare. Non è facile di conseguenza stargli dietro ed adattarsi al suo gioco. La situazione sembra ricordare tremendamente quella di James Harden a Houston. Con la speranza che le cose non precipitino tutto d’un tratto come in quel caso.

Prima di infortunarsi al piede nel Febbraio scorso, Tim Hardaway Jr rappresentava una validissima alternativa dalla panchina, grazie alle sue abilità in catch-and-shoot e di crearsi spazio dal palleggio. Tuttavia, almeno in questi primi mesi, il numero 11 appare molto lento ed ancora alle prese con gli strascichi post-infortunio.

C’è chi pensa che le cose possano migliorare nella seconda parte di stagione, come di solito accade sempre a Dallas, e chi invece ritiene necessario guardare sul mercato. Proprio in queste ore, la società sembra essersi riunita per fare il punto della situazione e trovare un eventuale nome da affiancare a Doncic.

Prima che rinnovasse a cifre faraoniche con i Bulls, Zach LaVine sembrava il profilo giusto. L’ex UCLA, da sempre in grado di giocare anche off-ball, avrebbe garantito ai Mavs punti sicuri grazie al suo modo unico di attaccare il ferro e la facilità nel trovare sempre il tiro più adatto per concludere l’azione.

In attesa di scoprire le eventuali mosse da qui alla dead-line, il futuro di Dallas è ancora legato a doppio filo alle condizioni di Luka Magic, e destinato all’ennesima mediocre stagione.

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