Raptors, problemi in attacco e stagione da rilanciare

Decimo posto nella Eastern Conference, record di 15 vinte e 18 perse, ventisettesimi su trenta squadre per attacco nella metà campo offensiva e completamente fuori rotta rispetto alle aspettative d’inizio stagione. Ai Toronto Raptors serve uno scossone per cambiare questo momento.

Certo, non si può parlare di un assoluto fallimento o di una crisi nera poiché ancora non siamo nemmeno a metà stagione, ma sta però di fatto che Toronto per adesso non vive un momento propriamente positivo e si ritrova a dover cambiare marcia in una stagione che non sembra prendere il giusto verso.

Gli infortuni non aiutano di certo e le due vittorie di fila contro i New York Knicks e i Cleveland Cavaliers mostrano l’assoluta voglia di ribaltare il trend, ma tutto ciò non basta per cambiare il destino di una franchigia che dal post Kawhi Leonard ha faticato a trovare un vero e proprio ritmo offensivo.

La chiave dell’attacco di Toronto gira tutta in torno a due statistiche: isolamento ed efficienza percentuale. Proprio analizzando questi due aspetti si riscontrano tutte le difficoltà dei Raptors che si classificano secondi per uso dell’isolamento, solo dietro ai Mavericks con il loro attacco incentrato su Luka Doncic. Hanno una media di 23.9 attacchi in isolamento su 100 possessi, ma risultano 26esimi per efficienza in isolamento, registrando a malapena 0.88 punti per isolamento a possesso.

Usi dell’isolamento

I motivi dietro i problemi offensivi dei Toronto Raptors sono riconducibili a tre principali cause: Le rotazioni dalla panchina che non offrono un ampia scelta di tiratori selezionati, Fred VanVleet e Gary Trent Jr. ben al di sotto delle loro medie stagionali in carriera ed infine la difficoltà a tirare da tutte le posizioni in campo, classificandosi ben 17° nelle conclusioni al ferro, 24° dalla media distanza e 27° dagli angoli.

Insomma la situazione in Canda non è delle migliori ma Coach Nick Nurse ha dimostrato più volte di risolvere i problemi della propria squadra.