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Curiosità NBA, le 5 Teorie Complottiste più Interessanti

Ecco cinque tra le più interessanti teorie di cospirazione che avvolgono il mondo NBA

Il mondo NBA è cosparso di teorie numerose del complotto, sia a causa dell’imprevedibilità del suo gioco che a causa di un trend che, ormai da tempo, ricopre con un velo di mistero non solo il mondo dello sport, ma la vita di tutti i giorni.

Partite truccate, documenti falsati, arbitraggi dubbi, Lottery per il Draft manipolate, storie di presunte parentele… come insegna la storia, ogni volta che si verifica un episodio insolito iniziano ad affiorare numerose teorie, che nascono dai cosiddetti complottisti e si diffondo, in modo particolare, attraverso la rete.

Alcune di esse sono molto complesse ed elaborate mentre altre sfiorano i limiti dell’assurdo e sono il semplice frutto della fantasia di alcuni tifosi. Per questo motivo abbiamo scelto di raccogliere le 5 più interessanti teorie complottiste nella storia dell’NBA.

5 Teorie Complottiste nella Storia dell’NBA

5. MJ è il padre di Jimmy Butler?

Una delle teorie di cospirazione più famose del mondo NBA riguarda l’attuale giocatore dei Miami Heat, Jimmy Butler, e la leggenda del basket Michael Jordan.

Secondo questa assurda teoria, Michael Jordan, avrebbe avuto un figlio con una donna in Georgia alla fine degli anni Ottanta: per non rovinare il suo matrimonio, Jordan avrebbe abbandonato il bambino, pagando per il silenzio della madre e per la cura del figlio fino al compimento dei 13 anni., più o meno quando MJ si è ritirato dal basket giocato.

Jimmy Butler non ha di certo una storia felice: dopo essere cresciuto senza padre (infatti porta il cognome della madre), fu abbandonato dalla madre dopo il compimento del tredicesimo anno a causa del suo comportamento e del suo temperamento. Butler, dopo aver soggiornato a casa di amici, fu ospitato dalla famiglia di un compagno delle superiori.

Dopo il liceo, la Tyler Junior college e poi l’NBA, venendo selezionato con la 30esima scelta al Draft NBA del 2011 dai Chicago Bulls, squadra resa celebre soprattutto grazie ai titoli vinti nel periodo in cui Michael Jordan ne era leader.

Inoltre, secondo molti appassionati di basket (e di teorie del complotto), oltre al simile aspetto fisico tra i due, lo stile di gioco di MJ sembra sopravvivere con Jimmy Butler: regia intelligente, abilità del trash talking, riflessi rapidi e capacità di adattamento in situazioni di pressione.

Alcuni elementi, però, tendono a remare contro tale teoria: infatti Jimmy Butler è nato nel 1989 a Houston, in Texas; dunque, oltre ad alcune incongruenze temporali (il figlio illegittimo di Jordan sarebbe nato nel 1988), ci sarebbero pure delle incongruenze geografiche in quanto Butler è cresciuto in Texas e non in Georgia anche se, secondo alcuni complottisti, MJ aveva trascorso alcuni giorni a Houston circa 9 mesi prima della nascita di Jimmy Butler.

Dunque si tratta di realtà o solo fantasia?

4. I gemelli Morris

NBA Eastern Conference Semifinals 2017, Gara 1: Washington Wizards – Boston Celtics. All’undicesimo minuto di gioco Markieff Morris atterra sulla caviglia di Al Horford e cade al suolo rimediando una distorsione alla caviglia.

Durante le interviste post-gara filtra pessimismo sulle condizioni del giocatore dei Wizards il quale, con ogni probabilità, dopo essere uscito in stampelle, era destinato a non scendere sul parquet per gara-2. Ma non fu così!

Inspiegabilmente, Markieff scenderà in campo pochi giorni dopo mettendo a referto 16 punti, 6 rimbalzi e 3 assist, restando per 27 minuti sul parquet. Un’assurdità visto l’infortunio che aveva subito nella partita precedente.

Secondo molti, infatti, a scendere sul parquet non sarebbe stato Markieff ma il fratello gemello, Marcus, il quale indossava la canotta dei Detroit Pistons e che non si era qualificato per i Playoff NBA.

I due non sono gemelli eterozigoti ma, oltre alle somiglianze fisiche, Marcus e Markieff hanno deciso di portare lo stesso taglio di capelli e tatuarsi sul corpo gli stessi disegni.

Inoltre, i due fratelli hanno ammesso di aver fatto una cosa del genere durante una partita in AAU nella quale uno era stato espulso per falli e l’altro era fuori per infortunio. Chissà se non si sono scambiati anche quella volta ai Playoff NBA.

3. La storia di Ersan Ilyasova

La storia di Ersan Ilyasova, in particolare la sua identità e la sua adolescenza, è avvolta nel mistero. Anche in questo caso, infatti, si può parlare di uno scambio di identità e di nazionalità.

E necessario, però, fare un passo indietro: il 7 agosto 2002 un giovane uzbeko di nome Arsen Ilyasov si recò in Turchia con un permesso di 15 giorni per effettuare un provino per le giovanili del Trabzonspor; pochi giorni dopo, però, il ragazzo sparì nel nulla.

Dopo circa un mese, il 19 settembre, un signore di nome Semsettin Bulut si recò all’ufficio anagrafe per registrare il nome di suo figlio quindicenne: il nome era Ersan Ilyasova, nato in Turchia il 15 maggio 1987.

Divenuto MVP dei mondiali U20 2006, il talento di Ilyasova fa il giro del mondo, giungendo anche agli occhi degli osservatori uzbeki i quali iniziarono a notare eccessive somiglianze con il ragazzino scomparso, Arsen Ilyasov.

La federazione uzbeka decise di denunciare il tutto alla FIBA la quale metterà a capo delle indagini la federazione turca: come previsto, però, i documenti di Arsen non furono trovati. Il tutto fa, dunque, pensare ad un inabissamento di prove da parte dei turchi i quali, nel caso in cui la nazionalità del giocatore venisse riconosciuta come uzbeka, perderebbero tutti i titoli ottenuti in quel periodo.

Le indagini si chiusero e, tutt’oggi, Ersan Ilyasova risulta essere un giocatore turco nato il 15 maggio 1987.

2. Le somiglianze tra Otto Poter e Wilt Chamberlain

Nel corso degli anni, è diventata nota la storia delle evidenti somiglianze tra la leggenda del basket, Wilt Chamberlain, ed il giocatore dei Toronto Raptors, Otto Porter Jr., nonché “nipote“, secondo i complottisti, di Mister 100 punti.

Oltre alle somiglianze nell’aspetto fisico, in molti hanno notato anche caratteristiche simili nel gioco: Wilt Chamberlain è sempre stato descritto come un giocatore versatile, in modo particolare durante gli inizi della propria carriera in NBA. Caratteristica che, con le dovute proporzioni, porta con sé anche Otto Porter.

Inoltre, come affermano alcune citazioni del passato legate al quattro volte campione NBA, si dice che Wilt abbia dormito con almeno 20mila donne nel corso di suoi anni disputati in NBA.

Una storia diventata un meme a tutti gli effetti e che, sicuramente, fa sorridere e farà discutere ancora per molto.

1. Il primo ritiro di Michael Jordan

Probabilmente una delle storie più famose dell’NBA, quella del primo ritiro di MJ si presenta come una vera e propria teoria del complotto.

Si dice, infatti, che sul primo ritiro di Michael Jordan, nell’estate del 1993, all’età di 30 anni, dopo aver vinto il terzo titolo consecutivo con i suoi Chicago Bulls, non sia stata raccontata tutta la verità.

La giustificazione ufficiale in seguito a tale evento, che scosse tutto il mondo NBA, era molto fondata: in estate MJ perse il padre, il quale fu assassinato ed il cui corpo fu ritrovato tempo dopo in avanzato stato di decomposizione. Un shock talmente grande che a Michael passò tutta la voglia di giocare a basket.

Infatti, MJ decise di passare al baseball, sport che aveva praticato da bambino su spinta del padre, appassionato. L’esperienza con i Chicago White Sox durò solamente 388 giorni per poi prendere la decisione di riprendere in mano la palla a spicchi con il celebre annuncio: “I’m back”.

Secondo alcuni, però, sul primo ritiro di MJ non fu fatta molta chiarezza. Sin da subito, a destare sospetto furono alcune parole pronunciate da Jordan durante la conferenza stampa di addio:

Un mio ritorno in NBA? Non lo escluderei, se i Bulls lo vorranno e se David Stern mi lascerà tornare nella lega

Michael Jordan

Michael Jordan aveva il vizio delle scommesse, soprattutto sulle partite di golf: secondo alcuni, infatti, oltre ad aver raggiunto un debito enorme, sarebbe stato beccato all’alba davanti ad un casinò di Atlantic City prima di Gara-2 delle NBA Finals del 1993 della Eastern Conference.

Temendo l’esplosione di uno scandalo sia attorno alla figura di Michael Jordan che attorno a tutto il mondo NBA, l’allora commissioner David Stern, decise di mascherare la presunta sospensione di 18 mesi “spacciandola” per un ritiro voluto dal giocatore.

Il fascino di questa storia circonderà per sempre il mondo dell’NBA ma solamente attraverso le parole di MJ saremo in grado di venire a conoscenza di tutta la verità!

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