Mavs e Lakers, sconfitte pesanti per la Western Conference

Brutti stop per Dallas e Lakers, che allontanano le ambizioni di post season

LeBron James Anthony Davis Lakers

Bruttissime battute d’arresto in chiave Playoff per Mavericks e Lakers nella domenica NBA, con sconfitte per certi versi simili, inaspettate e che trasmettono pessime sensazioni in vista del finale di stagione.

Partendo dalla partita dello Spectrum Center di Charlotte, Luka Doncic e compagni iniziano malissimo, andando sotto di più di 15 lunghezze da quella che è (a maggior ragione con le assenze di LaMelo Ball, Terry Rozier e Kelly Oubre) la peggior squadra NBA in questo momento per valori tecnici; poi un super Luka Magic da 40 punti, dopo le pesanti dichiarazioni di ieri, ha contribuito a completare la rimonta nel quarto quarto, salvo poi tornare sotto, stavolta definitivamente.

Subito dopo, alla Crypto.com Arena di Los Angeles, i Lakers ritrovano LeBron James, ma anche le difficoltà e le disattenzioni di qualche tempo fa, con una fase difensiva molto ondivaga e un attacco che non decolla, soprattutto a causa di un impalpabile Anthony Davis. Lo stesso LBJ ha mostrato un po’ di ruggine, finendo addirittura per essere sbeffeggiato da quel simpaticone di Patrick Beverley (al quale però, va detto, non manca il senso dello spettacolo).

Per entrambe questa stagione non sembra proprio riuscire a decollare e l’accesso ai Playoff resta ancora lontano per i losangelini, mentre per la squadra di coach Kidd, sempre più in discussione, molto dipenderà dalle reali intenzioni di OKC; se decideranno di giocare tutte le partite con ambizioni di post season, l’ultimo spot per il play in risulterebbe una corsa a due, considerando anche gli armistizi di Portland, Utah e compagnia.

Ora, per i Lakers la situazione è più accettabile, poiché il roster è completo e di livello; se sommiamo anche la presenza di AD e LeBron in condizioni fisiche migliori, un eventuale torneo Play-In non dovrebbe costituire un ostacolo particolarmente impegnativo.

Situazione molto più drammatica in Texas: qui la dirigenza alla trade deadline è riuscita nella difficile impresa di indebolire un roster già depauperato dopo la finale di Conference di appena 10 mesi fa, con Kyrie Irving che non è e difficilmente diventerà un fattore per questo gruppo, troppo polarizzato a tutti i livelli verso la figura di Doncic per accettare questo tipo di personaggio.

A 7 partite dal termine per entrambe le squadre, la strada è ancora lunga, forse addirittura interminabile.

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