Anthony Edwards: il futuro ai Wolves è suo, ma come gestirlo?

Minnesota è ormai nelle mani di Anthony Edwards, ma accanto a lui c’è bisogno di qualcosa in più

Anthony Edwards vola per la schiacciata contro Jaren Jackson Jr

Sono sempre stato critico sulla gestione societaria dei Minnesota Timberwolves, ma credo tuttavia che, nonostante la forse inevitabile eliminazione contro i Denver Nuggets, la squadra possa guardare con maggior entusiasmo verso il futuro.

Inutile ribadire il perchè della trade Rudy Gobert, che ormai è stata fatta e dalla quale non si può tornare indietro. Sacrificare tutto per un trentenne ormai poco decisivo anche in difesa è stato deleterio, ma, considerando che nessun’altra franchigia sarà disposto a prenderlo, poco si può fare.

Lo spazio salariale sarà inevitabilmente tappato, soprattutto considerando l’inevitabile rinnovo a grandi cifre di Anthony Edwards, che ormai è diventato il punto focale della squadra e ne rappresenterà il futuro. Ant-Man, nonostante alcuni comportamenti poco professionali come quello di stanotte, si conferma un fenomeno puro, come pochi ne passano, attacco e difesa. Sarà importante convincerlo a rimanere a Minneapolis nel lunghissimo periodo.

Inevitabile sarà cercare, ahimè, un’altra sistemazione a Karl-Anthony Towns, da sempre apparso un giocatore incompiuto e con grossi limiti caratteriali. L’accoppiata con Gobert si è rivelata un flop, e per questo è interesse sia del giocatore che della franchigia separarsi. KAT è ancora relativamente giovane, ha mercato, e potrebbe trovare una nuova casa più facilmente del lungo francese nonostante il suo contratto. Puntare su di lui si è rivelato da subito sbagliato. Minnesota lo ha accontentato in tutto, addirittura spedendo via un campione come Jimmy Butler.

Il supporting cast, per quanto non di assoluto livello, quest’anno si è dimostrato all’altezza. Spedendo via Towns si avrebbe anche così modo di rinnovare importanti pedine nelle rotazioni come Jaylen Nowell, Naz Reid e Jalen McDaniels. A Minneapolis poi manca un vero leader, un veterano capace di chiuderti le partite e di trascinare e motivare la squadra. Mike Conley, per quanto abbia contribuito notevolmente, non pare esserci del tutto riuscito. Edwards inoltre a mio avviso non potrà mai ambire a diventarlo, poichè ha evidenti limiti caratteriali ed è privo delle giuste motivazioni.

Il roster attuale ha buone potenzialità ma risulta insufficiente per puntare agli alti palcoscenici. Si è voluti andare all-in, ed allora bisogna osare ancora di più. Un GM esperto come Tim Connelly, che ha riportato Denver in poco tempo a competere, può sicuramente aiutare nel compito, anche se l’inizio è apparso poco incoraggiante.

Ciò che invece ha stupito è vedere comunque, nonostante la netta superiorità di Denver, una squadra mai arrendevole e comunque pronta a lottare fino all’ultimo. Certo, i classici “suicidi” alla Minnesota sono avvenuti anche quest’anno, ma perlomeno la mentalità pare essere cambiata. Molto sfortunata è stata la sconfitta con i Lakers ai play-in, che avrebbe potuto non dico cambiare la stagione, ma perlomeno addrizzarla maggiormente.

Adesso starà alla società muovere qualcosa in off-season per rafforzare ulteriormente il roster. Se le mosse dovessero rivelarsi corrette, allora i Timberwolves potrebbero rivelarsi una delle sorprese delle prossime stagioni.

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