Vittoria tra i fischi per i Chicago Bulls
Dopo un inizio horror, condito da sonori fischi dello United Center, i Bulls riescono in una clamorosa rimonta contro i Miami Heat
In una Regular Season sin qui povera di grandi emozioni, quanto visto stanotte allo United Center è destinato ad essere ricordato a lungo: dopo un inizio traumatico in cui sono finiti sotto 1-22, sui Chicago Bulls sono piovuti fischi su fischi, sintomatici di una prima parte di stagione che prosegue sulla triste falsariga di quanto visto nelle ultime due.
Un pubblico così polemico per la cultura sportiva d’Oltreoceano è un evento decisamente insolito, tanto che i giocatori in campo sono riusciti a trarne quel moto d’orgoglio necessario per mettere in atto una clamorosa rimonta: dopo il già citato disastroso primo quarto, i padroni di casa hanno iniziato a difendere forte e ad andare prepotentemente a rimbalzo, colmando con le poche armi a disposizione un attacco che spara a salve.
La fase offensiva di Chicago è farraginosa, con Zach LaVine (che ha intrapreso una strada decisamente pericolosa) schierato da principale portatore di palla che fa una fatica atroce a creare per sé e per i compagni e DeMar DeRozan che palesa una volta di più la sua cronica mancanza di continuità sui 48 minuti.
Nonostante ciò, nel quarto quarto entrambi trovano il modo di riscattarsi, concludendo poi il match con score decisamente più dignitosi.
Questa vittoria non può e non deve far gridare al miracolo, anche perché dall’altro lato Miami ha dato una grossa mano ai Bulls con un attacco che senza Herro segna sempre meno; va però detto che in un atmosfera così pesante riscattarsi era veramente difficile e il gruppo ha risposto presente.
Inoltre, guardando al ranking e al calendario (con gli stessi Heat e i temibilissimi Thunder in arrivo) una boccata d’aria serviva come il pane ai ragazzi di Billy Donovan.