Kevin Durant sta giocando la sua miglior stagione in carriera

Kevin Durant è all’apice della sua carriera a 35 anni: riuscirà a trascinare i Suns alla vittoria del Titolo NBA?

Kevin Durant parla del debutto in maglia Suns

Tutti considerano Kevin Durant uno dei migliori attaccanti nella storia del basket e quest’anno sta nuovamente dimostrando perché.

A 35 anni, dopo la rottura del tendine d’Achille – che spesso significa game over, soprattutto in uno sport fisicamente stressante come il basket – è inspiegabilmente all’apice della sua carriera cestistica.

Vederlo giocare continua ad essere un piacere per gli occhi e le cifre in questo inizio di stagione con i Phoenix Suns sono impressionanti:

  • 31.3 punti, 6.9 rimbalzi e 5.5 assist
  • 51.8% dal campo, 49.3% da tre e 89.6% ai liberi

Se invece restringiamo il campione alle ultime 10 partite:

  • 33.4 punti, 7.1 rimbalzi e 6.4 assist
  • 52.3% dal campo, 59.1% da tre e 96.7% ai liberi

… totalmente fuori dal mondo.

Continuando con questo ritmo, l’ex Nets diventerebbe il secondo giocatore di sempre a chiudere almeno 3 stagioni (dopo 2012-13 e 2022-23) con almeno il 50% dal campo, il 40% da tre e il 90% ai liberi dopo Steve Nash. Il problema (se così si può dire) è che Durant ha segnato in tutte le sue stagioni quasi il doppio dei punti rispetto al playmaker dei Suns.

Terminando la stagione con almeno 30 punti di media (31.3 al momento) diventerebbe anche il primo nella storia della NBA a registrare tali percentuali con una media punti così alta. Nella stagione del suo primo e unico MVP – quella del 2013-14 – KD ha chiuso la sua campagna con ben 32 punti di media, mancando, però, l’appuntamento con il club dei 50/40/90 (tirò con il 39% da tre e il 87% ai liberi in quell’annata).

Se i Phoenix Suns sono quinti ad Ovest – con un record di 11-7 – il merito è soprattutto del numero #35. Con Bradley Beal e Devin Booker fuori per infortunio, Kevin Durant ha letteralmente trascinato i suoi in diverse partite, dimostrando ancora una volta di poter guidare una squadra intera con il minimo aiuto.

Le critiche sul suo trasferimento da Oklahoma a Golden State nell’estate del 2016 mettono spesso – ancora oggi – il talento e la grandezza del giocatore in secondo piano. Gli è sempre stato detto che senza Curry non avrebbe mai vinto e probabilmente è anche vero. Ma la realtà dei fatti è che un giocatore del genere, prima di lui, non era mai esistito e non era stato neanche pensato.

Oggi in NBA vediamo giocatori come Mikal Bridges, Brandon Ingram o anche Victor Wembanyama che per movimenti e struttura del corpo ricordano Durant, ma è proprio grazie a lui se possono pensare di giocare in quel modo con quelle dimensioni.

Kevin Durant è stato, ed è ancora, uno dei pochi unica nella storia della NBA assieme a Michael Jordan, LeBron James, Magic Johnson e Steph Curry. Tutti giocatori che hanno cambiato il modo in cui si gioca e il modo in cui vengono concepiti i loro ruoli.

Kevin Wayne Durant, uno dei migliori interpreti nella storia di questo gioco. Godiamocelo finché possiamo.

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