Dalle stelle alle stalle: il black out dei Memphis Grizzlies

Dovevano essere la franchigia del futuro, ma adesso a Memphis non si riesce proprio a vedere la luce

Taylor Jenkins su Ja Morant

Qualcosa deve essersi spento in casa Memphis Grizzlies, altrimenti davvero non si spiega questo incredibile crollo dei ragazzi magnifici del Tennessee, che nelle ultime 3 stagioni avevano incredibilmente stupito tutti con un gioco dinamico e spumeggiante.

La mancanza di un lungo vero, i tanti infortuni e la squalifica prolungata di Ja Morant sono solo alcuni dei motivi che hanno relegato la ciurma di Taylor Jenkins così in basso. Tuttavia, già anno scorso, che quel giocattolo all’apparenza perfetto si fosse rotto lo si era già notato. La serie persa contro i Lakers, al di là del notevole contributo in negativo di Dillon Brooks in tal senso, è stata disastrosa sotto tutti i punti di vista.

A deludere sono stati proprio gli uomini che non ti aspetti, ovvero Morant e Desmond Bane, considerati i due perni offensivi della squadra. Il numero 22 in particolare ha tirato con percentuali a dir poco imbarazzante, apparendo molto limitato e con pochi margini di miglioramento. Proprio per questo l’estensione al supermax ottenuta in estate ha fatto storcere gli occhi a tanti, soprattutto considerando il fatto che talenti puri ed assoluti come Anthony Edwards e Tyrese Haliburton hanno ottenuto gli stessi soldi.

Della situazione personale di Ja Morant non parlerò, soprattutto perchè era ampiamente. Le tante gare di squalifica sono meritate, per un ragazzo sicuramente di talento, che però non ha saputo reggere il peso del successo, pensando di poter fare come gli pare in qualsiasi situazione. La pressione mediatica che gli si è rivoltata addosso ha sicuramente contribuito anche nel deciso peggioramento delle prestazioni in campo. Difatto nei passati play-off non abbiamo più visto il Morant che conoscevamo, che solo con la sua presenza portava quel qualcosa in più che quest’anno sta mancando a Memphis.

Vedremo se con il suo rientro le cose cambieranno, ma l’impressione è che per i Grizzlies quella attuale sia una stagione di transizione per poi cercare di ripartire al completo anno prossimo.

A complicare non poco le cose c’hanno pensato poi i gravi infortuni subiti da Steven Adams e Brandon Clarke, due tra i protagonisti dell’ascesa della franchigia. Taylor Jenkins si è ritrovato di fatto senza un vero numero 5 in campo che potesse spalleggiare sotto canestro.

Altro fattore preoccupante è l’involuzione generale di Jaren Jackson Jr, considerato il perno difensivo della squadra. Dopo i pessimi mondiali disputati con Team USA, il numero 13 sembra soffrire non poco anche in quest’inizio di stagione, rivelandosi molto fragile in qualunque situazione difensiva che non sia sulla palla. I Grizzlies hanno una delle peggiori difese della NBA, e questo, considerando la presenza di due DPOY a roster, fa quasi ridere.

L’arrivo di Marcus Smart infatti sembrava un vero tocca sana per i Grizzlies, alla disperata ricerca di un leader emotivo esperto ed abituato ai grandi palcoscenici per far da chioccia ai tanti giovani. Eppure poco sembra esser cambiato, con l’ex Celtics che adesso rischia di rovinarsi gli anni migliori della carriera in un ambiente con poche ambizioni. L’estro, la creatività e i punti dalla panchina di Tyus Jones mancano come il pane, così come manca un esterno decente in grado di far rifiatare JJJ ed allungare le rotazioni. Santi Aldama al momento pare ancora molto discontinuo, così come Ziaire Williams.

Lo sfogo di Smart contro la squadra dopo le ultime sconfitte

La situazione non è tragica tuttavia, e, considerando che Memphis dispone ancora di tutte le sue scelte al draft nei prossimi anni, l’idea potrebbe essere quella di utilizzarne alcune per arrivare a qualche super star scontenta oppure ad uno scorer decente. Pescare da due franchigie dal futuro incerto come Toronto e Chicago potrebbe essere un’idea, e magari sacrificare qualche giovane di troppo (Jake LaRavia, David Roddy e lo stesso Ziaire Williams).

Non resta che attendere dunque, e sperare che una franchigia che in questi anni ci aveva abituato a dei miracoli assoluti non cada nel dimenticatoio proprio sul più bello.

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