Sviluppi futuri di questa Regular Season NBA

La fine dell’NBA Cup fa calare il sipario sul primo atto della stagione 2023-2024, con uno sguardo su ciò che ci attende da qui in avanti

Basketball Arena

Archiviata la prima grande parte di stagione NBA, conclusa con la vittoria dell’In-Season Tournament da parte dei Los Angeles Lakers dell’MVP LeBron James, è tempo di analizzare quanto visto finora nella lega, per provare a delinearne gli scenari del futuro prossimo.

Il miglior modo per studiare il rendimento in Regular Season delle squadre è guardare alla loro efficienza: prendendo un determinato campione di partite (nel caso che osserveremo saranno le ultime 10 giornate), possiamo valutare la direzione in cui le varie franchigie si stanno muovendo, ottenendo ben più informazioni di quelle che si evincono dai record presenti nelle classifiche.

Il grafico di Kirk Goldsberry, ottimo match analyst di ESPN, ci da uno spaccato della lega nel suo stato attuale: il net rating tra attacco e difesa suggerisce che gli OKC Thunder sono di gran lunga la miglior formazione del periodo preso in analisi, dando seguito ai miglioramenti costanti iniziati l’anno scorso.

Al secondo posto troviamo i tanto bistrattati LA Clippers, che, come abbiamo detto di recente, stanno trovando la loro quadra soprattutto grazie alla crescita nella metà campo difensiva, con l”uragano James Harden’ che finora sta dando i suoi frutti; se si pensa che sono solo il 17esimo attacco con tutto quel ben di Dio che ha da offrire il loro roster, ci si rende immediatamente conto di quanto enorme sia il potenziale a disposizione di coach Lue.

Le due franchigie più in crescita ultimamente sono state senza dubbio i New Orleans Pelicans, grazie alla presenza in pianta stabile, anche se con alti e bassi, di Zion Williamson e i sorprendenti Orlando Magic, i cui dati sono drogati da una lunga win streak contro avversarie decisamente modeste, mentre risultano in calo alcuni colossi come i Nuggets e i Celtics.

Per questi ultimi tanto va ascritto all’assenza prolungata di Kristaps Porzingis, diventato istantaneamente il perno (insieme ad un Jayson Tatum non sempre brillante) del roster di Joe Mazzulla, mentre per i Campioni NBA uscenti le responsabilità sono da distribuire a qualche infortunio di troppo e un paio di brutte prestazioni.

Parlando di crolli di prestazioni, quanto visto di recente a San Francisco lascia pochi dubbi: questi Warriors non funzionano da nessun punto di vista, al di fuori del sovrannaturale Steph Curry che gioca un campionato a sé stante.

Strategie di mercato e gestione dello spogliatoio non sono stati il fiore all’occhiello delle ultime stagioni di Golden State, con un clima cupo che si è trasmesso ai giocatori in campo, che stanno rendendo tutti incredibilmente al di sotto degli standard a cui ci hanno abituato; se pensiamo che peggio di loro stanno facendo solo squadre da tanking, diventa lecito, se non doveroso, attendersi sviluppi imminenti nella Baia.

Ci sono anche squadre che stanno ottenendo decisamente più del dovuto secondo le statistiche, come i Timberwolves, che devono il miglior record della lega più che altro ad una solidissima difesa (e un calendario più che abbordabile) e i Mavericks, che con il recente infortunio di Kyrie Irving rischiano di scivolare diverse posizioni più indietro in classifica.

Al contrario, le squadre che hanno il maggior potenziale di crescita sono situate in quello che Goldsberry chiama ironicamente il “D’Antoni Quadrant”, perché i miglioramenti sul piano difensivo arriveranno spontaneamente con la definizione di rotazioni più stabili e, di conseguenza, di schemi difensivi più rodati. Di queste, Bucks, 76ers, Suns e Heat hanno tutte le carte in regola per entrare nel lotto delle prime 6-7 favorite all’anello, a patto di trovare solidità anche nella propria metà campo.

Questo è quanto ci ha suggerito questo primo quarto di Regular Season, ma il bello inizia proprio da ora in avanti: il prossimo checkpoint coinciderà infatti con la Trade Deadline, che mai come quest’anno, rischia di rappresentare un punto di non ritorno per tante franchigie.

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