Expansion Draft, come nasce una Franchigia NBA

Expansion Draft NBA: Guida completa su come nasce una franchigia NBA

Adam Silver NBA

Lo scorso 5 dicembre, il Commissioner Adam Silver è stato ospite del noto programma radiofonico SiriusXM, all’interno del quale ha rilasciato un’intervista in cui ha svelato indirettamente che nel futuro prossimo, l’NBA si espanderà nuovamente, facendo riferimento a Las Vegas e Seattle come potenziali città candidate.

In questo articolo, andremo a trattare le regole che riguardano un Expansion Draft (Draft d’espansione), il quale consiste in una procedura attraverso la quale le nuove squadre acquisiscono un numero limitato di giocatori da quelle già esistenti, al fine di permettere la costruzione di un roster competitivo fin da subito.

Come si crea una franchigia NBA?

La creazione di una franchigia NBA è un processo complesso che richiede tempo, risorse finanziarie considerevoli e un’approvazione formale da parte della Lega stessa. Di seguito, una panoramica generale di come funziona:

  1. Finanziamenti e proprietà: il primo passo consiste nel garantire dei finanziamenti sufficienti per sostenere i costi iniziali e le operazioni a lungo termine della franchigia, che possono provenire da investitori privati, gruppi di investimento, società o persino singoli proprietari.
  2. Richiesta di espansione o acquisto di una franchigia esistente: esistono due modi per ottenere una franchigia. Uno avviene mediante un’ipotetica espansione, quando la NBA decide di aggiungere nuove squadre. L’altro invece, è di acquistare una franchigia già esistente da un proprietario attuale. Quest’ultimo metodo richiede negoziati con l’owner della squadra e l’approvazione della Lega.
  3. Presentazione di una proposta: se si sta cercando di ottenere una nuova franchigia attraverso l’espansione, è necessario presentare una proposta formale alla NBA. Essa poi dovrebbe includere dettagli finanziari, proiezioni di mercato, un piano di gioco, una sede proposta e altri particolari rilevanti.
  4. Approvazione della NBA: una volta presentata la proposta, la Lega la esaminerà attentamente. Questa terrà anche in considerazione vari fattori, inclusi i mercati di trasmissione, la stabilità finanziaria, la base dei tifosi, l’arena proposta e altri fattori che potrebbero influenzare il successo della franchigia. Se la proposta viene accettata, la nuova franchigia viene ufficialmente ammessa nella NBA.
  5. Costruzione della squadra e dell’organizzazione: una volta ottenuta la franchigia, il lavoro non è finito. È necessario infatti, costruire una squadra composta da giocatori, assumere personale tecnico e amministrativo, infine stabilire un’infrastruttura operativa completa. Questo processo può richiedere diversi anni prima che la squadra sia pronta per competere efficacemente nella NBA.
  6. Costruzione dell’arena e strutture: in molti casi, la nuova franchigia dovrà costruire o rinnovare un’arena per ospitare le partite casalinghe e altre strutture di supporto per la squadra.
  7. Partecipazione alla lega: la nuova franchigia parteciperà al Draft per selezionare giocatori, firmerà contratti con cestisti liberi e cercherà di costruire una squadra competitiva. Essa sarà soggetta alle regole e ai regolamenti della NBA e dovrà rispettare i requisiti finanziari e operativi stabiliti dalla stessa.

Una volta completati questi passaggi, la nuova franchigia può iniziare a operare, partecipando alle competizioni e alle attività della Lega. È importante notare che il processo può richiedere diversi anni e può essere soggetto a cambiamenti a discrezione della NBA e dei suoi proprietari esistenti.

Expansion Draft: cosa è come funziona

L’Expansion Draft è un evento speciale che si verifica quando la NBA decide di aggiungere nuove franchigie attraverso l’espansione della lega. Durante l’Expansion Draft, le nuove franchigie hanno l’opportunità di selezionare giocatori dalle altre squadre della NBA.

Ecco come funziona generalmente l’Expansion Draft:

  1. Selezione dei giocatori disponibili: prima dell’Expansion Draft, le squadre della NBA devono presentare una lista di giocatori disponibili per essere selezionati dalle nuove franchigie. Questa lista include generalmente giocatori che non sono protetti, cioè giocatori che le squadre esistenti non hanno scelto di “mantenere al sicuro”.
  2. Regole di selezione: la NBA stabilisce regole specifiche per l’Expansion Draft, che possono variare da un’espansione all’altra. Queste regole determinano quanti giocatori le nuove franchigie possono selezionare da ciascuna squadra esistente e possono includere vincoli sul numero e sul tipo di giocatori che possono essere selezionati.
  3. Selezione dei giocatori: durante l’Expansion Draft, le nuove franchigie alternano le selezioni per scegliere i giocatori dalle squadre esistenti della NBA. Le nuove squadre possono selezionare da una lista di giocatori disponibili fino a quando non hanno completato il numero richiesto di selezioni o fino a quando tutte le squadre esistenti non hanno esaurito i giocatori disponibili.
  4. Vincoli e restrizioni: le squadre esistenti possono avere la possibilità di proteggere un certo numero di giocatori chiave per evitare che vengano selezionati nell’Expansion Draft. Questo può includere giocatori giovani con potenziale, giocatori chiave della squadra e altri giocatori che le squadre desiderano mantenere nel loro roster.
  5. Conseguenze per le squadre esistenti: le squadre esistenti possono perdere giocatori importanti durante l’Expansion Draft. Tuttavia, spesso ricevono compensazioni, come scelte aggiuntive nel draft successivo o altre considerazioni, per mitigare la perdita dei giocatori.

In sintesi, l’Expansion Draft è un meccanismo attraverso il quale le nuove franchigie NBA possono costruire il loro roster selezionando giocatori dalle squadre esistenti della lega, seguendo le regole e le restrizioni stabilite dalla NBA stessa.

I tempi da rispettare

In primo luogo, l’NBA approva l’aggiunta di una o più squadre d’espansione, circa uno o più anni prima che esse ne facciano parte ufficialmente. Dopodiché, la Lega fissa una data per l’Expansion Draft, il quale sarà programmato in concomitanza con la fine delle NBA Finals, e allo stesso tempo avverrà prima rispetto all’NBA Draft.

Stilare un elenco di giocatori

Ciascuna delle 30 squadre già esistenti, ad una settimana dall’apposito evento ed entro una data prefissata, presenta un elenco di giocatori da “proteggere” prima del Draft d’espansione. Essi vengono selezionati in base a determinati criteri, quali:

  • Giocatori sotto contratto;
  • Giocatori che sono restricted free agent;
  • Giocatori che hanno un’opzione giocatore o squadra per la stagione successiva (eccezion fatta per gli unrestricted free agent).

Ogni team ha la possibilità di proteggere fino ad un massimo di 8 giocatori (ma può decidere di proteggerne meno), ma deve esporre anche almeno 1 giocatore (ma può scegliere di esporne di più) che non può diventare free agent senza restrizioni.

I cestisti che hanno meno di 2 anni di esperienza NBA, sono automaticamente esentati dal progetto di espansione e non hanno bisogno di essere protetti dalle loro squadre, così come gli esordienti nel Draft, i giocatori del secondo anno che hanno disputato meno di 30 partite e gli atleti che dispongono di clausole non scambiabili nei loro contratti.

Infine, i vari team non possono perdere più di un giocatore e se viene scelto un restricted free agent, esso diventa automaticamente un unrestricted free agent (se selezionato poi, l’ex restricted free agent non può firmare nuovamente con la sua squadra originale).

Le regole principali da seguire

Una volta stabilito l’ordine dell’Expansion Draft, quest’ultimo verrà eseguito attraverso un sistema che non prevede il solito formato a serpentina, ma si struttura in avanti e indietro. Ecco alcune regole:

  • Ogni squadra NBA può perdere solo un giocatore dalla propria lista non protetta;
  • Una volta selezionato un giocatore, i restanti cestisti di quella squadra verranno rimossi dall’idoneità alla scelta;
  • Se una squadra supera il limite massimo e ha un giocatore selezionato, essa riceve un’eccezione pari al valore esatto dello stipendio che aveva quel cestista nel dato team. Esso non si applica agli restricted free agent, ma solo al giocatore sotto contratto con la squadra sopra il salary cap.

In un Draft d’espansione, spesso i team preesistenti lasciano senza protezione i giocatori che hanno un contratto indesiderato. Una franchigia infatti, potrebbe tentare di incentivare una squadra d’espansione a selezionare tale giocatore offrendo una scelta al Draft o un altro giocatore in uno scambio.

Se ciò dovesse accadere, essa rimuoverebbe lo stipendio di quel dato cestista dal proprio monte ingaggi e, se superasse il limite, creerebbe un’eccezione pari all’importo del contratto dell’atleta selezionato.

Che cosa succede dopo?

Una volta completato l’Expansion Draft, la nuova franchigia NBA concorre più o meno come ogni altra squadra della Lega; tuttavia, i team d’espansione lavorano, almeno inizialmente, con un tetto salariale ridotto (così come con un salario minimo pari al 90% del tetto massimo del team d’espansione) per i primi 2 anni di esistenza.

Nel primo anno infatti, tali franchigie sono limitate al 66.6% del tetto salariale dell’intera NBA. Dopodiché nel secondo anno, esso arriva fino all’80%. Infine, a partire dal terzo anno, tutto si normalizza e le nuove squadre vengono trattate allo stesso modo del resto della Lega.

Le nuove squadre avranno anche i propri diritti sugli unrestricted free agents (Bird, Early Bird o Non-Bird) a seconda dei casi, oltre ad un corrispondente limite massimo; infatti, se un team dovesse decidere di selezionare un giocatore con Player o Team Option, entrambi potranno comunque scegliere se convertirlo o meno in free agent, non esercitando la propria opzione.

In conclusione, se una squadra d’espansione dovesse rinunciare ad un giocatore selezionato nell’Expansion Draft prima dell’inizio della stagione, lo stipendio di quel cestista verrebbe rimosso dal monte ingaggi e non andrebbe ad influire sul Salary Cap; quel dato giocatore infatti, sarebbe ancora pagato, in quanto i soldi che percepisce graverebbero ancora ai fini del salario minimo della squadra, tuttavia essa non avrebbe più un limite massimo per il cestista tagliato.

Gli Expansion Draft del passato

Per quanto riguarda i Draft d’espansione passati, che prevedevano l’ingresso di più di una nuova franchigia, l’NBA organizzò un lancio della moneta, che avrebbe premiato la squadra vincente dandole la possibilità di selezionare la scelta più alta all’NBA Draft o all’Expansion Draft dello stesso anno. Tali scelte vennero imputate alle nuove franchigie col metodo classico della lottery. Ecco alcuni esempi:

  • Nel 2004, i Charlotte Bobcats ottengono la 4° scelta assoluta al Draft;
  • Nel 1995, i Toronto Raptors e i Vancouver Grizzlies ricevono la 6° e la 7° scelta assoluta;
  • Nel 1989, i Minnesota Timberwolves e gli Orlando Magic ricevono la 10° e l’11° scelta assoluta;
  • Nel 1988, gli Charlotte Hornets e i Miami Heat ricevono l’8° e la 9° scelta assoluta.

In merito all’Expansion Draft del 2004, i Bobcats selezionarono 19 giocatori, dopodiché la franchigia decise di fermarsi e terminare così le scelte, nonostante avrebbe potuto prendere tra 14 e 29 cestisti.

Se una determinata squadra ha più di 8 giocatori che vuole mantenere, essa ha il diritto di stipulare un accordo con uno, o entrambi, i team d’espansione, per selezionare o meno dei determinati giocatori. In passato infatti, è accaduto che una squadra concluse uno scambio con uno dei team d’espansione, per selezionare un determinato giocatore o addirittura per non selezionarne altri.

Per esempio, i Bobcats acquisirono la 2° scelta assoluta nell’NBA Draft del 2004 dai Los Angeles Clippers, in cambio della 4° scelta e della 33° scelta del medesimo Draft. Nello stesso anno, Charlotte accettò anche di selezionare Jahidi White dai Phoenix Suns in cambio di una futura scelta al primo turno.

Nel corso degli anni, le squadre hanno effettuato anche delle selezioni durante l’Expansion Draft, pensando già agli scambi futuri. È sempre il caso dei Charlotte Bobcats, che conclusero due di questi accordi sempre nel 2004, selezionando prima Zaza Pachulia dagli Orlando Magic, il quale fu poi ceduto ai Milwaukee Bucks in cambio della 45° scelta, e poi Sasha Pavlovic dagli Utah Jazz, che fu poi girato ai Cleveland Cavaliers per una futura scelta al primo turno.

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