Come Steph Curry ha cambiato il destino di una franchiga

Stephen Curry ha rivoluzionato il destino dei Golden State Warriors dal giorno del suo debutto in NBA

Steph Curry Golden State Warriors

Rivoluzione. Solo così si può descrivere l’impatto avuto da Stephen Curry sui Golden State Warriors dal momento del suo debutto nel 2009. La franchigia californiana da quel giorno ha visto aumentare il suo valore di ben 26 volte, per raggiungere gli attuali 8.2 miliardi di dollari.

Nonostante le difficoltà della stagione in corso che vede i Warriors soltanto al decimo posto di un’agguerrita Western Conference, Golden State è infatti la seconda franchigia per valore in tutto lo sport professionistico americano, dietro solo ai Dallas Cowboys (NFL). Un risultato incredibile che non si sarebbe potuto raggiungere senza il contributo decisivo di Steph Curry.

Il 35enne di Akron resta ancora oggi uno dei giocatori più dominanti della lega con 28 punti e 5 assist di media in stagione, e la sua popolarità non accenna a calare, tanto che la sua maglia numero #30 risulta ancora una delle più vendute.

Steph non solo ha rivoluzionato il gioco NBA rendendo sempre più importante il tiro da tre punti, ma ha anche portato i Warriors ai vertici della lega con 4 titoli negli ultimi 10 anni, dopo un’astitenza di vittorie che durava addirittura dal 1975.

La franchigia guidata da Joe Lacob ha voluto ricompensare la propria stella con un contratto adeguato al suo valore, tanto che Steph Curry risulta il giocatore più pagato della lega nella stagione in corso con 51.9 milioni di dollari, e arriverà a guadagnare 59.6 milioni nella stagione 2025-26.

La tribolata stagione in corso ha visto manifestarsi i segni di declino di una dinastia, con i problemi di gestione di Draymond Green e il calo prestativo evidente di Klay Thompson; solo Curry è rimasto a guidare la squadra come se gli anni non fossero trascorsi.

Steph sembra destinato a ritirarsi in maglia Warriors, diventando una delle ultime stelle NBA a scegliere di legare la propria carriera ad una sola franchigia, come Tim Duncan, Dirk Nowitzki e Kobe Bryant.

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