La NBA del futuro, gli U21 più promettenti

I migliori U21 della stagione NBA attuale: da rivelazioni come GG Jackson alle “stelle” di questa stagione come Jalen Duren

Jalen Duren passa la palla ad un compagno

Se la salute di un campionato, in questo caso di una lega, si vede dalla quantità ma soprattutto dalla qualità dei suoi giovani, possiamo tranquillamente dire che la NBA è in ottime mani.

Al di là dei Luka Doncic, Jayson Tatum, Ja Morant e Zion Williamsontutti Under 25 – che sono il presente della National Basketball Association, ci sono tantissimi altri giocatori destinati a giocarsi la possibilità di diventare il volto della lega. Ci vuole ambizione e determinazione (oltre alla qualità, ovvio, caratteristica che abbiamo dato per scontata nella classifica che leggerete), requisiti che ai ragazzi che troverete qui sotto non mancano.

Ah, inserire Victor Wembanyama sarebbe stato scontato. Visto che le sue qualità non sono chiare, ma chiarissime, considerando come sta rivoluzionando la NBA, abbiamo deciso di cedere il suo “slot” ad un altro Under 21 molto promettente.

GG Jackson – Memphis Grizzlies

45° scelta al Draft 2023 dei Grizzlies, un gioiellino in una stagione molto sfortunata. Contratto assicurato nei prossimi 3 anni con un’opzione per il quarto anno, che dipenderà dalla squadra per il 2026/27, grazie ad un’ottima prestazione dopo l’altra: 11.2 punti di media in 26 partite in cui è riuscito anche a registrare alcuni record tra i Rookie. È l’unico giocatore al primo per esempio capace di far registrare 25 punti in uscita dalla panchina dal 1997 quando fu Kobe Bryant a mettere insieme numeri di questo calibro. Nel contesto dei Memphis Grizzlies è sicuramente un prospetto molto intrigante: via Dillon Brooks in off season, coach Taylor Jenkins ha trovato un sostituto che per ora non è all’altezza del canadese a livello difensivo e di aggressività sul campo ma per altri aspetti ci ha guadagnato in percentuali e prestazioni offensive. In generale dal campo, GG Jackson tira col 44% (migliorabile) e col 39% da tre punti producendo già ad un certo livello appena è stato chiamato in causa. Buona presa per i prossimi anni, e chissà come si combinerà con Ja Morant quando l’anno prossimo sarà pronto dalla prima partita della stagione.

Jeremy Sochan – San Antonio Spurs

La sua seconda stagione in NBA si potrebbe definire sperimentale. Gregg Popovich ha utilizzato la sua ala di 203 cm da point-forward nella maggior parte delle sue 60 partite, ottenendo alcuni buoni risultati. Con più costanza, può essere uno dei giocatori versatili più interessanti. Ha doti molto interessanti non solo come scorer nei pressi del ferro ma anche come rimbalzista e lettore di gioco, anche se soprattutto per quest’ultimo aspetto c’è ancora parecchio lavoro da fare. 33 punti, 16 rimbalzi e 9 assist i suoi season high.

Keyonte George – Utah Jazz

È partito in sordina ma sta uscendo nel migliore dei modi. Keyonte George è uno dei talenti più puri dell’ultimo Draft. Gli Utah Jazz hanno pescato molto bene e sono stati anche fortunati ad avere la possibilità di chiamare il prodotto di Baylor alla 16° posizione: classe 2003, 20 anni e 114 giorni, George è una point-guard che fa dello scoring il suo punto di forza (il career high è di 33 punti in NBA), con una visione di gioco facilmente sviluppabile pur avendo delle doti atletiche nella media per quanto riguarda il suo ruolo. Nelle ultime 7 partite è sempre partito nel quintetto titolare dimostrando di avere le doti per guidare i tempi e i ritmi della squadra di coach Will Hardy, che forse sta pensando di lasciarlo titolare per una buona quantità di partite della seconda parte di stagione.

Dereck Lively Jr – Dallas Mavericks

Finalmente i Dallas Mavericks hanno trovato un centro capace di attaccare il ferro con aggressività e di essere costante. Atletico, capace di raccogliere anche i passaggi più complicati e fantasiosi di Luka Doncic, Lively II è quello che serviva ai Mavs per mettere in prospettiva il salto di qualità. Ci ha messo poco per prendersi il posto di centro titolare nella rotazione di coach Jason Kidd sfruttando ogni occasione: a 20 anni, compiuti da soli 19 giorni, è già un’ottima partenza per provare a crescere. Dallas, che l’ha preso al Draft, se lo coccolerà a lungo.

Cam Whitemore – Houston Rockets

Non è stato facile il suo approccio alla NBA. La sua stagione da Rookie è cominciata con problemi fisici che l’hanno costretto ad aspettare, ma adesso spazio e continuità sono direttamente proporzionali. Cam Whitemore sta producendo quasi 13 punti di media sostanzialmente da Sesto Uomo e da metà novembre in poi abbiamo capito perché prima del Draft si parlava di lui come uno dei prospetti più interessanti della nuova regular season. Whitemore concilia potenzia fisica, atletismo e buone capacità al tiro garantendo a coach Ime Udoka buone soluzioni anche dalla panchina. È nelle pedine della Houston del futuro. 37% da tre punti: un inizio niente male per una guardia che può giocare da ala piccola grazie alla sue doti fisiche.

Jabari Smith Jr – Houston Rockets

A Houston forse avevano aspettative più ambiziose visto il mercato estivo in cui coach Ime Udoka ha spinto per firmare Fred VanVleet e Jeff Green per dare una spinta alla crescita di un roster molto giovane. A metà stagione i Rockets sono 12° con un record di 25 successi e 34 sconfitte, con i play-in ancora alla portata anche se le squadre che occupano dalla 7° alla 10° posizione (Kings, Mavericks, Warriors e Lakers) non cederanno con l’andare della regular season. La consolazione per Houston può essere la costruzione per il futuro di cui Jabari Smith Jr è una parte basilare.

Alla NBA2k Summer League di Las Vegas già aveva fatto intravedere un netto miglioramento rispetto al 2022/23, la sua prima stagione NBA. Da Sophomore, Smith Jr ha alzato le sue percentuali (45% dal campo, 35% da tre punti) dimostrando ai Rockets di essere un marcatore costante e affidabile da 13 punti di media a partita, dando a coach Ime Udoka uno ventaglio di utilizzi molto intrigante. Il prodotto di Auburn può tirare in catch-and-shoot, dal palleggio ed è anche un abile palleggiatore, oltre che un’ala veloce nel giocare come bloccante, sviluppare il pick-and-pop o leggere lo short roll. Insieme a Alperen Sengun sarà una pedina imprescindibile per il futuro degli Houston Rockets.

Jalen Duren – Detroit Pistons

Il centro dei Pistons è uno dei giocatori più migliorati rispetto alla scorsa stagione per quello che ci sta dicendo questa stagione regolare. Ragazzo da doppia doppia di media (14 punti+12 rimbalzi) la cui forza ed esplosività sotto canestro saranno la base per la costruzione di un futuro da playoff coi Detroit Pistons. La crescita della franchigia dipende dal big man 20enne, su cui quasi sicuramente la franchigia deciderà di esercitare la team option per il 2024/25 e anche per l’anno successivo. Lui e Cade Cunningham sono i giocatori di punta di una squadra che mira a ritornare sul grande palcoscenico della post season, anche se mancano ancora molti pezzi. Cominciare dalla trade deadline, acquisendo alcuni contratti in scadenza (come quello di Simone Fontecchio) è stata già una prima mossa.

Scoot Henderson – Portland Trail Blazers

Non è una stagione facile quella che sta vivendo il rookie dei Blazers. Ancora prima di arrivare in Oregon dopo il Draft, era già sotto la. luce dei riflettori dei media. Dame o non Dame, Lillard lo vuole, poi non lo vuole. E alla fine il numero #0 è stato scambiato ai Milwaukee Bucks e la dirigenza dei Portland Trail Blazers ha deciso di andare all-in su Scoot Henderson. Gestire la pressione all’inizio della stagione regolare non è stato semplice, insieme anche a qualche acciacco fisico che ha complicato i primi istanti tra i grandi della NBA. Henderson ha già fatto vedere dei buoni numeri (12.9 punti, 4.7 assist) in una squadra di bassa classifica come i Trail Blazers che sono 14° nella Western Conference con un record di 16-42. L’impressione è che il nuovo pupillo di Portland abbia tutte le carte in regola per essere uno di quei giocatori capaci di rendere ad alto livello nei momenti importanti ed essere il fulcro di una squadra che vuole ambire ad alti livelli.

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