Luka Doncic o Shai Gilgeous-Alexander? Ecco chi è l’MVP secondo i numeri

Entrambi protagonisti di una stagione davvero incredibile: ma secondo i numeri l’MVP è nelle mani di un giocatore ben preciso

USA TODAY Shai Gilgeuos Alexander Luka Doncic MVP

Quest’anno la corsa al premio individuale più ambito della NBA è una delle più interessanti e imprevedibili di sempre.

Ci sono almeno 4 superstar che stanno dimostrando di meritarlo partita dopo partita, giocando ad un livello altissimo senza mai calare. Nikola Jokic, Luka Doncic, Shai Gilgeous-Alexander e Giannis Antetokounmpo si stanno rivelando protagonisti di una stagione stellare e tutti e quattro meriterebbero il premio di MVP a fine stagione.

Ma cosa vuol dire “Most Valuable Player“?

Se ne parla e se ne discute spesso a questo punto della stagione, soprattutto per quanto riguarda il significato di “Valuable“. E’ da intendere come il giocatore più forte della NBA o che vale di più per il successo della propria squadra? E quanto può essere davvero “valuable” un giocatore se la sua squadra termina la stagione in ottava posizione?

Se guardiamo i numeri del passato comprendiamo che la vittoria del premio – anche se individuale – è molto più legata al successo dell’intera squadra di quanto si possa credere.

Solamente 6 volte nella storia della NBA il premio è stato assegnato ad un giocatore che non faceva parte di una delle migliori 3 squadre in base al record (non della Conference ma di tutta la NBA):

  • Nikola Jokic (2021-22), Denver chiuse col decimo miglior record della lega, ma Jokic portò a casa il suo secondo MVP consecutivo con una stagione statisticamente senza precedenti (P.E.R. più alto di sempre in singola stagione)
  • Russell Westbrook (2016-17), i suoi Thunder conclusero col decimo miglior record della lega, ma la sua stagione fu semplicemente storica (31 punti, 11 rimbalzi e 10 assist)
  • Michael Jordan (1987-88), i Bulls terminarono col settimo miglior record in NBA, ma la stagione di Michael fu impossibile da ignorare: 35 punti, 6 rimbalzi e 6 assist con 3 rubate e quasi 2 stoppate (vinse anche il DPOY)
  • Moses Malone (1978-79, 1981-82)
  • Bob Pettit (1955-56)

Soprattutto dagli anni ’80 in poi il piazzamento della squadra è diventata una discriminante fondamentale nell’assegnazione del premio.

Ma esiste davvero un modo oggettivo e preciso per misurare che valore ha un giocatore per la propria squadra? No, ma ci sono alcune statistiche che ci vanno molto molto vicino.

Estimated Plus/Minus

Stanchi del classico “Plus/Minus” – che indica quanti punti segna o subisce la squadra con un dato giocatore in campo (statistica molto limitata visto che prende ovviamente in considerazione anche la prestazione degli altri 4 giocatori in campo) – è stato ideato l’Estimated Plus/Minus. E’ un calcolo molto complicato che tiene conto di tutto e misura il contributo medio di un giocatore ogni 100 possessi.

Escludendo Joel Embiid (che non giocherà abbastanza partite per poter essere eletto MVP), l’Estimated Plus/Minus ci dice che è Shai Gilgeous-Alexander (+9.4) il giocatore che sta avendo il maggior impatto sulla propria squadra. Seguito poi da Giannis Antetokounmpo (+7.7), Luka Doncic (+7.7) e Nikola Jokic (+6.8).

Una cosa da notare è che solamente Nikola Jokic (-0.7) e Luka Doncic (-0.3) hanno un Estimated Plus/Minus negativo nella metà campo difensiva, mentre sia Giannis (+1.8) che Shai (+2.5) sono due dei migliori difensori della NBA.

L’impatto enorme del canadese sui suoi Oklahoma City Thunder viene confermato poi anche dalle Estimated Wins (il numero di vittorie di squadra che un dato giocatore ha “aggiunto” solo grazie alle proprie prestazioni).

Shai è primo per distacco (17.8) seguito poi da Giannis Antetokounmpo (15.6), Luka Doncic (15.4) e Nikola Jokic (14.3).

Anche qui la distanza tra Shai e gli altri 3 è abbastanza incredibile, oltre ovviamente a quella tra i primi 4 candidati al premio di MVP che stanno giocando davvero un campionato a parte rispetto al resto della NBA.

Global Rating

Altra statistica ideata e partorita negli ultimi anni, stavolta dagli esperti di HoopsHype, utile per avere una rapida indicazione numerica dell’impatto di un dato giocatore (il calcolo è decisamente complicato ed è cumulativo: le partite saltate contano molto).

Anche in questo caso al primo posto troviamo Shai Gilgeous-Alexander, che sembra essere il giocatore che quest’anno sta facendo più la differenza.

Win Shares per 48

Eccoci giunti alla statistica che forse più di tutte indica l’impatto diretto che un giocatore ha sul successo della propria squadra (in questo caso in media ogni 48 minuti) e che viene utilizzata spesso anche dai giudici che si occupano di votare per l’assegnazione dell’MVP.

Considerando che la media in NBA si attesta sullo .100 è interessante vedere che anche qui i primi 4 sono sempre loro.

Per quanto le statistiche possano avere i loro difetti, il fatto di trovare i soliti quattro in testa ad ogni classifica individuale ci suggerisce che sicuramente siamo sulla buona strada per capire chi sia davvero il più “valuable”(anche se la missione rimane veramente ardua).

Stavolta è Nikola Jokic ad essere leggermente favorito su Shai Gilgeous-Alexander (entrambi stanno giocando in questo momento due delle migliori 15 stagioni di sempre in NBA per quanto riguarda le WS/48).

Chi vincerà l’MVP?

Mi viene da dire che quest’anno il piazzamento finale sarà più che mai fondamentale per l’assegnazione del premio. Le statistiche di Luka Doncic sono davvero incredibili e meriterebbero senza dubbio il premio, ma se i Dallas Mavericks dovessero finire sotto il sesto posto ad Ovest probabilmente non ci sarebbe la minima speranza per lo sloveno.

Stesso discorso – diametralmente opposto – vale per Shai Gilgeous Alexander: se i Thunder dovessero chiudere la stagione al primo posto della Western Conference probabilmente sarà lui a portare a casa il premio, con il merito di aver trascinato tutta la stagione una squadra giovanissima che lo scorso anno arrivò solamente ai Play-In.

Sia Jokic che Giannis – dopo aver già vinto 2 MVP a testa – stanno subendo e subiranno la cosiddetta “voting fatigue” (=”stanchezza di voto”) e probabilmente nessuno dei due vincerà il premio sopra a due giocatori che stanno giocando un basket stellare e non hanno nemmeno mai vinto l’MVP come Shai e Luka.

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