Brandon Miller è il futuro degli Hornets?
La stagione di Brandon Miller è stata piena di alti e bassi, ma il futuro degli Hornets potrebbe essere nelle sue mani
Brandon Miller sembra aver ritrovato finalmente un po’ di fiducia nel suo tiro, ma soprattutto del ritmo in attacco, dopo una serie di partite difficili per lui in termini di tenuta fisica e mentale.
Nell’ultimo match, perso dagli Hornets in Ohio contro i Cleveland Cavaliers per 115-92, la 2ª scelta al Draft 2003 di Charlotte ha chiuso comunque la gara con 24 punti e 8 rimbalzi, nonostante un 8 su 18 dal campo.
Ha iniziato bene. […] Anche loro [Cavs] sono stati aggressivi con lui, ma all’inizio del terzo quarto ha avuto un buon allungo che ci ha fatto andare un po’ più avanti. Sta ricevendo così tanta attenzione che ora non ottiene più molti canestri facili
Steve Clifford
Senza la presenza di LaMelo Ball in quintetto a causa di un infortunio e di Gordon Hayward da quando è stato ceduto, il campo si è “ridotto” notevolmente per il cestista classe 2001. Tutta l’attenzione delle difese infatti, si è spostata quasi unicamente su di lui e Miles Bridges. Per questo motivo, è più facile tuttora organizzare il proprio piano partita contro due giocatori perimetrali che probabilmente sono più adatti a giocare senza palla.
Nelle ultime 6 partite, Brandon Miller non ha mai tirato oltre il 43% dal campo, poiché le franchigie hanno capito come rallentarlo in attacco, oltre al fatto che il 21enne sta attraversando anche un periodo relativamente buio. Per gli Hornets, provare ad impostare un gioco più efficiente dal campo dovrà essere l’obiettivo in ottica futura, su cui basare il finale di stagione. Le ultime 11 partite serviranno anche a valutare a grandi linee il talento effettivo del roster.
Miller sta viaggiando ad una media di 16.6 punti, 4.2 rimbalzi e 2.4 assist a partita, oscillando per gran parte della regular season nelle prime cinque posizioni della classifica del Rookie of the Year. Attualmente, il prodotto da University of Alabama si trova dietro rispetto a Chet Holmgren e Victor Wembanyama, tuttavia dovrebbe rientrare in ogni caso nella NBA All-Rookie First Team.