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Quattro chiacchiere con Simone Sandri: MVP, DPOY e Playoff NBA

Corrispondente negli USA per La Gazzetta Dello Sport, Simone è uno dei 100 giudici incaricati di votare per i premi individuali della NBA

Giornalista a La Gazzetta Dello Sport dal ’96, Simone Sandri è l’unico italiano al mondo ad avere il compito di votare per i premi di fine stagione come il Most Valuable Player, il Defensive Player Of the Year e i quintetti All-NBA.

E proprio in occasione delle sue votazioni, in un periodo che coincide con l’inizio dei Playoff NBA, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per discutere di diversi argomenti interessanti.

Most Valuable Player (MVP)

Anche quest’anno la corsa al premio più ambito della NBA è stata combattuta e incerta fino all’ultimo. I primi 3 della classifica saranno sicuramente Nikola Jokic, Luka Doncic e Shai Gilgeous-Alexander, tutti protagonisti di una stagione davvero storica.

Partiamo dal tuo MVP Ballot: perché hai deciso di votare Nikola Jokic come primo candidato?

“Fino a due settimane fa era abbastanza landslide, invece guardando le statistiche avanzate e le ultime partite che contavano davvero… peraltro fino a tre o quattro settimane fa Doncic era terzo nel mio ballot, c’era Shai che era secondo. Fino ad un paio di settimane fa avrei pensato che Jokic potesse essere il primo in 80-90 su 100, adesso secondo me ci sono molte più persone che hanno votato Doncic. E’ stato più difficile di quanto pensassi. Poi però guardando le statistiche avanzate, l’impatto che ha, i numeri… il record della squadra ovviamente ha un valore, anche se non è poi così diverso”.

Secondo te lo vincerà comunque Jokic?

“Sì, anche perché ci saranno persone che voteranno Shai come secondo, per cui sarà più difficile per Doncic. Jokic sicuramente non scenderà sotto al secondo posto, mentre Doncic probabilmente sarà 2 o 3 in diverse votazioni. A livello di punti complessivi non credo ci siano molti dubbi sul fatto che vincerà Jokic”.

Quindi la differenza principale tra Doncic e Jokic sono le statistiche avanzate?

“Non solo… se l’MVP fosse “chi è il miglior giocatore dell’NBA in questo momento”, la grande maggioranza di assistant coach e scout inizierebbero una squadra con Jokic. Le statistiche avanzate dicono comunque che ha fatto una stagione pazzesca, forse anche migliore rispetto a quella del suo primo MVP… però è anche vero che Doncic, soprattutto post All-Star Game, ha fatto un campionato pazzesco. Al di là poi dei punti, la cosa che ho valutato di Doncic, e che mi ha abbastanza sorpreso vedendo le partite, sono i progressi che ha fatto a livello difensivo”.

Per quanto riguarda Shai Gilgeous-Alexander, credi che avrebbe potuto fare qualcosa in più per vincere l’MVP o sono semplicemente troppo forti gli altri due?

“Onestamente la stagione che ha fatto Shai è stata spaziale, considerato il fatto che (i Thunder) sono la seconda squadra più giovane della NBA e hanno chiuso al primo posto. Non credo che avrebbe potuto fare qualcosa in più, però c’è un mondo in cui può essere benissimo considerato lui l’MVP. Non avrei dei grossi problemi e probabilmente ci sarà qualcuno che lo voterà come primo. Secondo me c’è ancora un gap tra lui e gli altri due, però sicuramente ha fatto una stagione meritevole di MVP. Il problema non è tanto la sua stagione, il problema è considerare la sua stagione rispetto agli altri. Nel mio ballot ad esempio non ho Tatum anche se è il miglior giocatore della migliore squadra… il problema è che non posso togliere nessuno degli altri 5 che ho messo”.

Nel tuo ballot alla fine c’è Brunson sopra a Giannis solo per il record di squadra o per altri motivi?

“No… lì è una cosa che ho considerato fino all’ultimo. Brunson ha fatto una stagione pazzesca ed è il giocatore che ha trascinato New York fino al secondo seed nonostante l’organico sia inferiore a quello dei Bucks, e secondo me questo conta. Conta anche quello che è successo a Milwaukee: i problemi per una squadra che almeno sulla carta doveva essere al livello di Boston. Giannis ha fatto una stagione pazzesca a livello individuale, però credo che a livello di impatto quello di Brunson sia stato maggiore… anche magari rispetto a quello di Doncic o Jokic. Diciamo che è un caso limite (fra statistiche e record di squadra) simile a quello di Doncic di due o tre anni fa”.

E secondo te si sente la “voting fatigue” nei confronti di Giannis o è solo perché i Bucks hanno faticato molto?

“Nono, la voting fatigue non esiste… anche perché alla fine votano 100 persone. Anche l’anno scorso il finale di regular season ha fatto sì che l’idea di non dare a Jokic il terzo MVP fosse dettata dal fatto che lo meritasse di più Embiid, per cui questo discorso secondo me conta fino ad un certo punto. Giannis paga sicuramente le aspettative (non rispettate) che c’erano su Milwaukee ad inizio stagione”.

Defensive Player Of the Year (DPOY)

Dopo il trionfo di Marcus Smart 2 anni fa, il premio di miglior difensore della NBA è tornato ad essere monopolizzato dai big-man. Quest’anno la top 3 sarà popolata solo da centri: Rudy Gobert, Victor Wembanyama e Bam Adebayo (con Anthony Davis colpevolmente fuori).

Vado con una domanda diretta: secondo te Gobert vincerà il suo quarto Defensive Player Of the Year?

“Secondo me sì e probabilmente non lo vince all’unanimità perché conosco qualcuno che ha votato Wembanyama come primo. Lo vincerà probabilmente con l’80% dei voti… a livello di statistiche avanzate ha fatto una stagione pazzesca. Io ad esempio ho votato Gobert primo, Adebayo secondo e Wemby terzo. L’idea di votare per il DPOY un giocatore di una delle peggiori squadra difensive della NBA non è semplice… quello che ha fatto Wemby è talmente pazzesco che qualcuno lo voterà comunque come primo. Io, però, non posso pensare che il DPOY possa essere un giocatore di una squadra che ha fatto così male. Il problema è la squadra… nel suo caso i numeri sono difficili da contestualizzare sinceramente. L’eye test ti fa capire che le squadre hanno paura della difesa di Wembanyama, che è una delle cose che non va a statistica, ma che deve essere considerata”.

Perché alcuni difensori più piccoli, soprattutto gli esterni, non vengono mai considerati nelle votazioni secondo te? Quest’anno ad esempio penso a OG Anunoby, anche se poi non ha raggiunto le 65 partite.

“Eh.. sono d’accordo perché è una delle grosse ingiustizie del Defensive Player of The Year. Il defensive rating, i numeri, le stoppate sono talmente sotto gli occhi di tutti che a volte diventa difficile ignorarli. Nel mio All-Defensive team c’è Alex Caruso che secondo me è forse il difensore sul perimetro più complicato da valutare proprio per il fatto che a livello statistico è difficile inquadrarlo. Stessa cosa anche per Herb Jones, (Jalen) Suggs e Derrick White che secondo me hanno fatto una stagione che meritava molto di più rispetto alla considerazione che otterranno. Questa alla fine è una peculiarità delle guardie… che vengono valutate in maniera diversa rispetto ai lunghi”.

Playoff NBA 2024

Secondo molti esperti (e non) i favoriti per la vittoria del Titolo NBA sono i Denver Nuggets e i Boston Celtics, anche se in realtà la lotta per il Larry O’Brien sarà di certo una delle più divertenti di sempre.

Anche con i Playoff parto con una domanda diretta: secondo te Celtics vs. Nuggets in finale è inevitabile?

“No, lo pensavo fino ad un paio di settimane fa. Penso che sia inevitabile che i Celtics arrivino in finale, sono nettamente la squadra più forte a Est… non vedo grandi rivali anche per l’infortunio di Randle. Con Randle magari i Knicks potevano essere una mina vagante, invece non vedo come i Celtics possano uscire prima della finale… salvo ovviamente infortuni. Per quanto riguarda i Nuggets sono la squadra sicuramente più forte sulla carta, però secondo me questo primo turno con i Lakers è difficile anche se li ritengo comunque favoriti. In più la strada per arrivare alle Finals non è così semplice: dovessero sbarazzarsi dei Lakers, poi Minnesota è un avversario che ha dato problemi a Denver. Per il tipo di gioco che ha, Phoenix può dare problemi a Denver… e anche Dallas. Resta favorita ma non la vedo strafavorita come la consideravo un paio di mesi fa”.

E in base a cosa è cambiato questo giudizio?

“A quello che vedo… la chimica che ha trovato Dallas, ad esempio, non me la sarei mai aspettata. E il tipo di gioco che ha Phoenix può mettere in difficoltà i Nuggets. Sono tutte situazioni inaspettate che rendono il loro cammino più complicato. Non dico che non sono i favoriti, però è un cammino che secondo me adesso è molto più difficile rispetto a quello che immaginavo due o tre mesi fa”.

A proposito dei Mavericks, credi che vinceranno la serie contro i Clippers?

“Ovviamente dipende tanto da quello che succede con Kawhi, se giocherà o no… sarà una bella serie. Secondo me a Ovest saranno tutte belle serie, quella che potenzialmente potrà essere più scontata è quella di Oklahoma City. Minnesota-Phoenix è una serie fantastica… secondo me sarà una bella serie anche Lakers-Denver, durerà più di quanto ci si aspetta. L’upset dei Lakers potrebbe essere il più clamoroso visti anche i pronostici e il fatto che non battono i Nuggets da due anni”.

Rimanendo ad Ovest, credi che Chet Holmgren sia l’unico limite di questi Thunder?

“Secondo me il loro vero problema è la (poca) fisicità sotto canestro. Per questo sono stati molto fortunati a non incontrare i Lakers al primo turno perché secondo me sarebbe stato un incrocio molto difficile. Con i Pelicans senza Zion secondo me faranno fatica ma dovrebbero comunque passare. Riguardo all’inesperienza: è un limite, ma parto sempre dal presupposto che preferisco prendere il talento rispetto all’esperienza. Per questo, secondo me, il loro problema non è necessariamente l’inesperienza, piuttosto è quello della fisicità e ai Playoff lo pagheranno. Se dovessero passare contro i Pelicans, la sfida con Mavs o Clippers sarà sicuramente complicata”.

Ad Est, partendo dal presupposto che faticheranno molto contro i Pacers, cosa vedi nell’immediato futuro dei Bucks se dovessero nuovamente uscire tra primo e secondo turno?

“Allora… anche secondo me faticheranno. Il problema non è necessariamente solo l’assenza di Giannis, che comunque è un grossissimo problema da gestire… i Pacers sono una squadra complicata da difendere, questo è senza dubbio. Considerato poi quanto soffre a livello difensivo il backcourt di Milwaukee, che è forse il peggiore della NBA in quella metà campo, è un problema… non sarà sicuramente un incrocio semplice. Dovessero uscire con Indiana sarebbe un grosso problema secondo me perché si aprirebbero scenari complessi… se Giannis magari vorrà chiedere una trade, che è quello che si aspettano ad esempio i Knicks che stanno preparando un package allettante. A livello tecnico, invece, non vedo come potrebbero confermare Doc Rivers: anche se tutto può succedere, bisogna considerare che in questo momento stanno pagando 3 allenatori diversi (Budenholzer e Griffin esonerati). Se fossi un tifoso di Milwaukee sarei preoccupato… dovessero uscire al primo o al secondo turno quest’anno sarebbe sicuramente una off-season complicata”.

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