Ecco i motivi per cui Michael Jordan è il GOAT

Stephen A. Smith ha proposto una lista di 5 punti fondamentali dove spiega le ragioni per le quali Michael Jordan è il più grande cestista di sempre

Michael Jordan Chicago Bulls

Recentemente, in una delle ultime puntate di First Take, un programma televisivo americano di talk sportivo che va in onda su ESPN, il celebre conduttore Stephen A. Smith ha stilato un elenco composto dai 5 motivi per i quali Michael Jordan è il GOAT. Dal punto di vista del noto showman infatti, MJ detiene ancora oggi il titolo di più grande giocatore di basket che abbia mai messo piede su un campo NBA.

Secondo il parere di Stephen A. Smith, le ragioni per poter avallare ciò sono molteplici e spaziano in relazione agli anni in cui His Airness ha indossato la divisa dei Chicago Bulls, fino ad arrivare ai giorni nostri. Nonostante ciò, è giusto precisare però che l’elenco di argomentazioni cui fa riferimento il 56enne originario del Bronx è volto quasi interamente alla discussione. Ecco da quali punti è composta la lista:

Stephen A. Smith

Il brand Air Jordan

L’aspetto extra campo che Stephen A. Smith riporta all’interno del suo elenco corrisponde all’impatto che il brand Air Jordan continua ad esercitare nel panorama del mercato mondiale. L’azienda fu fondata nel 1984 dalla Nike, con un accordo che prevedeva un’entrata di circa 500mila dollari l’anno per 5 anni. Ad oggi, la stessa presenta addirittura un fatturato di oltre 3 miliardi di dollari netti annui.

Le spiccate doti imprenditoriali di Michael Jordan sono uno degli aspetti su cui il giornalista sportivo fa leva per avvalorare la sua tesi, ponendo l’accento sul fatto che il brand abbia avuto un incremento costante col passare del tempo, al di là del ricambio generazionale e delle crisi finanziarie. Questo è un valore aggiunto se si pensa che la maggior parte degli ex giocatori poi perde di appeal negli anni a venire.

Il killer instinct, le nemesi conquistate e la capacità di resistenza

Il secondo punto portato in auge da Stephen A. Smith in favore di Jordan coincide con il suo micidiale killer instinct. Egli infatti era in grado di punire ogni singola lettura errata che la difesa gli concedeva, oltre al fatto che sapeva scegliere sempre minuziosamente il momento più opportuno per affondare il colpo decisivo. La sua mentalità vincente fu una delle armi che gli permise di diventare il cestista più devastante dell’epoca.

Un altro degli aspetti più importanti che, secondo l’opinione di Stephen A. Smith, contraddistinse in maniera inequivocabile la legacy di Michael Jordan fu la sua assoluta superiorità in termini cestistici rispetto a tutte le sue innumerevoli nemesi. Nel corso della sua carriera, il numero 23 riuscì a dominare una ad una tutte le superstar dell’epoca, tanto che alcuni di loro in diverse occasioni, lo definirono quasi un dio sceso in terra.

La penultima argomentazione che espone Stephen A. Smith a vantaggio di MJ è la sua capacità di resistenza nel rimanere al top. A parte Dennis Rodman e Scottie Pippen, l’ex North Carolina University non ebbe mai dei compagni di squadra di livello assoluto, ma riuscì comunque a circondarsi di ottimi giocatori di sistema, senza doversi trasferire in un’altra franchigia per potersi affiancare ad altri campioni NBA.

Imbattuto nelle NBA Finals

Il record di Michael Jordan alle NBA Finals è di 6-0, con 24 vittorie totali al netto di 11 sconfitte complessive, tra il 1991 e il 1993 prima e a cavallo fra il 1996 e il 1998 poi. Tra le vittime illustri di His Airness, ci furono fra gli altri i Lakers di un crepuscolare Magic Johnson, gli agguerritissimi Suns di Charles Barkley e i Jazz del duo formato da John Stockton e Karl Malone, che si dovettero arrendere in finale contro MJ per ben due volte.

Le medie generali di Jordan nelle sue sei apparizioni alle NBA Finals recitano la bellezza di 33.6 punti, 6.0 rimbalzi, 6.0 assist e 1.8 palle recuperate, con un irreale 48.1% di tiri realizzati dal campo. Al termine di ognuna delle serie, il numero 23 venne sempre eletto l’MVP, a testimonianza del fatto che egli dominò incontrastato tutte le partite decisive che giocò in maglia Bulls.

Michael Jordan

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