Kyrie Irving: “I Celtics non erano la mia prima scelta”
L’esperienza di Kyrie Irving con i Celtics è stata complessa e, anni dopo, ha riflettuto sinceramente sulla sua esperienza a Boston

Kyrie Irving è un giocatore che ha sempre suscitato forti emozioni, sia positive che negative, tra i tifosi delle squadre in cui ha giocato. La sua esperienza con i Boston Celtics è stata particolarmente complessa e, a distanza di anni, Irving ha condiviso una riflessione profonda e sincera sul suo periodo a Boston:
I Celtics si aspettano che, come giocatore, tu ti immerga completamente nel loro orgoglio e nella loro cultura. Devi abbracciare appieno tutto ciò che questa squadra rappresenta. Se non lo fai, ti ritrovi automaticamente ai margini. Io sono uno di quelli che è stato escluso (ride)
Kyrie Irving
Nonostante il suo talento indiscusso, Irving non è riuscito a integrarsi completamente con l’essenza e la tradizione dei Celtics, una delle squadre più storiche e prestigiose dell’NBA:
È stata una situazione che mi sono creato da solo. Non mi accolgono con un caloroso abbraccio, nonostante conosca molte persone all’interno dell’organizzazione e sia ancora in buoni rapporti con alcuni di loro
Kyrie Irving
I Boston Celtics non sono solo una squadra di basket; rappresentano una delle franchigie più vincenti e iconiche nella storia dello sport. Con 17 titoli NBA, i Celtics incarnano una cultura di eccellenza e una comunità profondamente radicata nel basket.
Questa riflessione mette in luce la mancanza di un vero legame tra Irving e la storia dei Celtics. La sua ammissione che avrebbe dovuto fare uno sforzo per avvicinarsi alla comunità e ai leggendari ex giocatori dei Celtics, piuttosto che aspettare che fossero loro a raggiungerlo, evidenzia una mancanza di comprensione del ruolo che la cultura e la storia giocano nel successo della squadra.
Ora che sono un po’ più maturo, guardando indietro, capisco che avrei dovuto dedicare del tempo a conoscere meglio la comunità, a dialogare con i campioni che hanno fatto la storia qui prima di me. Avrei dovuto essere io a fare il primo passo, anziché aspettare che fossero loro a offrirmi consigli
Kyrie Irving
Irving, arrivato a Boston nell’estate del 2017 tramite trade dai Cleveland Cavaliers, ammette ora di non aver riconosciuto immediatamente l’importanza di questa tradizione:
Quando mi è stata presentata l’opportunità dello scambio, i Celtics non erano in cima alla mia lista di preferenze. Così, invece di riflettere profondamente e apprezzare la storia dei Celtics, ho adottato una mentalità aperta, dicendo semplicemente: ‘Va bene, seguirò il flusso e vediamo come va.’ Ma guardando indietro, ora penso che fosse l’approccio sbagliato
Kyrie Irving
Queste parole riflettono una consapevolezza maturata con il tempo, un riconoscimento che l’approccio iniziale di Irving a Boston non era quello giusto:
Avrei voluto scrivere una lettera, se fosse stato possibile, non solo ai tifosi di Boston, ma anche alle persone nell’organizzazione, affinché comprendessero meglio
Kyrie Irving
Irving riconosce che la sua difficoltà principale è stata quella di bilanciare il suo ruolo di star con la necessità di essere un leader e un membro disinteressato della squadra. La cultura dei Celtics richiede che ogni giocatore non solo dia il massimo sul campo, ma anche che abbracci e rispetti la tradizione e i valori della franchigia.
Questa integrazione culturale è fondamentale per guadagnare l’approvazione e il supporto dei tifosi e degli ex giocatori, elementi che contribuiscono al successo collettivo.
Parliamo di una delle squadre più vincenti nella storia dello sport e devi mostrare rispetto…. ho avuto difficoltà a capire come essere un grande giocatore qui, vincere titoli e allo stesso tempo guidare la squadra, integrandomi senza egoismi nell’organizzazione Celtics e nella cultura che la contraddistingue
Kyrie Irving
La riflessione di Kyrie Irving sul suo periodo con i Boston Celtics è un potente promemoria di quanto sia cruciale per un atleta abbracciare e rispettare la tradizione e la cultura della propria squadra. Irving ha imparato a proprie spese che il successo in una franchigia storica come i Celtics non si basa solo sul talento individuale, ma anche sulla capacità di connettersi con la storia e la comunità che la supporta.