I Thunder rimpiangeranno Josh Giddey?

Josh Giddey sta brillando alle Olimpiadi, sulla scia di un talento stellare, ma non pienamente espresso ad OKC

Chet-Holmgren-Josh-Giddey

Nell’ottima Australia vista fin qui alle Olimpiadi spicca il talento di Josh Giddey, che sembra aver compiuto un importante step di crescita in termini di personalità e leadership.

Se prima i Boomers erano la nazionale di un’icona del basket oceanico come Patty Mills, il calo di rendimento (soprattutto di natura fisica, visti i 37 anni di età) di quest’ultimo ha permesso al numero 3 di diventare il plenipotenziario della metà campo offensiva; che sia questo ciò che gli è mancato nella sua avventura a Oklahoma City?

Le statistiche parlano chiaro: se già in NBA era diventato solo il quarto under 21 All Time a collezionare 16 punti, 7 rimbalzi e 6 assist (in compagnia di Magic Johnson, LeBron James e Luka Doncic), anche al più grande torneo cestistico per nazionali sta realizzando tutta una serie di record di precocità (perlopiù condivisi con un gigante del Gioco come Drazen Petrovic) e prestazioni che fanno brillare tutto il suo grande talento.

Giddey non avrà mai il potenziale degli altri giocatori citati, sia chiaro, però va detto che lasciarlo andare con una tale leggerezza potrebbe essere stato un errore di valutazione di una franchigia solitamente chirurgica in termini di gestione dei giovani come quella dell’Oklahoma.

In realtà i Thunder hanno avuto almeno due buoni motivi per privarsi di Giddey: in primo luogo la convivenza con Shai Gilgeous-Alexander, che gli toglieva troppo spazio e possessi e poi, soprattutto, le lacune difensive che gli sono costate la titolarità nella ottima post season di OKC.
Le necessità di coach Daigneault erano più orientate verso un giocatore più puramente “di ruolo”, inteso come un 3&D specializzato; non a caso è stato sostituito con uno dei migliori in NBA in questo settore, quello stesso Alex Caruso che fu il coltellino svizzero dei Lakers nella corsa al titolo del 2020.

Nella trade Giddey è stato spedito a Chicago, ambiente in pieno rebuilding, dove avrà un ruolo più totalizzante in attacco, simile a quello che sta facendo le sue fortune in nazionale, anche qualora Zach LaVine dovesse rimanere ai Bulls. Inoltre il cambio di aria dovrebbe rasserenare anche a livello morale il 21enne australiano, che potrà finalmente lasciarsi alle spalle un’infelice vicenda extra-campo, che lo ha condizionato fortemente negli ultimi mesi ai Thunder.

In generale il sentimento è che la trade porti giovamento ad entrambe le parti e che, nonostante Chicago sia una piazza allo sbando più totale, Josh Giddey troverà terreno fertile per emergere come uno dei migliori playmaker giovani che l’NBA abbia da offrire per i prossimi anni.
Il talento e l’età sono tutti dalla sua parte.

Leggi anche

Loading...