Nuni Omot sogna la NBA: “Datemi una possibilità”
Uno dei grandi protagonisti dello storico Sud Sudan, Nuni Omot, sogna in grande dopo l’exploit olimpico

Al termine della leggendaria avventura della nazionale del Sud Sudan, che in un anno esatto, tra FIBA World Cup e Olimpiadi, ha riscritto tutti i libri di Storia dello sport africano, cosa resterà di questi veri e propri Eroi del continente più povero del mondo?
Vista da paesi come il nostro può sembrare un’esagerazione, ma pensate ad esempio a quanto un uomo solo come Luol Deng ha potuto fare per i suoi ragazzi e, in generale per tutto il suo paese:
Luol Deng è stato l’uomo che ha reso possibile tutto ciò, gestendo e finanziando un progetto quadriennale che ha permesso a tanti ragazzi nelle nostre città di potersi avvicinare al basket, costruendo palestre e centri sportivi.
Royal Ivey, coach del Sud Sudan, su Luol Deng
Essere ricordati a vita, per i ragazzi di una nazionale del genere può voler dire la possibilità di evadere, insieme ai propri cari, da una condizione di povertà assoluta in un ambiente che non offre alcuna prospettiva di vita.
Lo sa bene Nuni Omot, una delle stelle di questo gruppo, che ha pubblicamente ammesso di desiderare con tutto sé stesso di avere una chance nel mondo NBA:
Se qualche franchigia mi darà una possibilità, prometto che non se ne pentirà
Nuni Omot su X
Omot conclude il suo torneo olimpico con 17 punti di media ai gironi, regalandosi anche una serata da sogno contro Team USA. Il 29enne sud sudanese non è totalmente nuovo però al mondo cestistico americano: il suo percorso di formazione si è svolto interamente negli Stati Uniti, in cui spicca un biennio all’Università di Baylor durante il quale ha richiesto anche la cittadinanza americana.
Purtroppo la carriera del ragazzo dopo il college non è decollata, tanto da relegarlo al basket mediorientale (attualmente gioca nel non popolarissimo Maccabi Ramat Gan Urban, in Israele…). A 29 anni, forte di prestazioni di livello in una competizione enorme come le Olimpiadi, Nuni vuole provare a regalarsi l’obiettivo per cui si è preparato per una vita intera, approdando in NBA.
Non sarebbe il primo giocatore di questo Sud Sudan ad accarezzare il sogno americano, visto che tra i protagonisti figurano anche J.T. Thor degli Charlotte Hornets, Carlik Jones, ormai scafato nel sottobosco della G-League e Wenyen Gabriel, meteora di varie franchigie NBA, tra cui spicca l’esperienza ai Lakers come riserva di Anthony Davis.
Sebbene nella maggior parte dei casi questi exploit internazionali rimangano tali e non portino quasi mai ad un salto di livello “definitivo” nella propria carriera (e ciò avviene anche in altri sport di squadra, come il calcio), l’idea di premiare giocatori emersi in manifestazioni del genere, anche solo per contratti a tempo o two-way è spesso accolta dal mondo NBA, che effettivamente potrebbe prendere in considerazione la candidatura avanzata da Omot, come già hanno fatto Pacers e Grizzlies nel caso dei giapponesi Tominaga e Kawamura.
In ogni caso, l’Africa intera potrà dire di aver trovato, nell’ennesimo periodo storico di conflitti e piaghe sociali, dei nuovi eroi da cui trarre ispirazione, sognando di ripercorrere i loro passi in futuro.
Perché nel caso di Omot e compagni, non si partecipa alle Olimpiadi col solo intento di ambire a soldi, fama e medaglie, quanto più per una vera e propria questione di Vita.