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Curiosità NBA, 5 aneddoti su Tracy McGrady

Nell’anniversario della sua prestazione più celebre e surreale, vi raccontiamo cinque piccole curiosità su uno dei più grandi “What if” della storia della lega

Tracy McGrady è veramente uno dei giocatori che più ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi: un talento cristallino rovinato dagli infortuni con una carriera fatta di alti e bassi proprio a causa dei problemi fisici.

In salute però ha fatto sognare tutti quanti, con prestazioni stellari e capacità realizzative fuori dal comune, qualità che lo hanno portato a mettere a referto uno dei momenti clutch migliori della storia NBA.

Non sapete ancora di cosa si tratta? Lo vediamo subito.

1. Ha segnato 13 punti in 35 secondi

Accadde il 9 dicembre di sedici anni fa, nel 2004. I San Antonio Spurs avanti di 8 punti a pochi secondi dalla fine: da lì in poi è T-Mac Show. Quattro triple, di cui una con fallo e conseguente gioco da quattro punti, con i giocatori degli Spurs in marcatura stretta su di lui.

Raccontarlo però non rende giustizia perciò godetevi queste immagini:

2. È un Hall of Famer ma non ha la maglia ritirata

McGrady è entrato nella Hall of Fame nel 2017 ma, a differenza di tanti illustri colleghi che hanno condiviso questo onore, non ha la maglia ritirata da nessuna delle squadre per cui ha giocato.

Né dai Magic né dai Rockets, le squadre con cui ha avuto i migliori anni della sua carriera e con cui ha ottenuto i suoi più grandi successi, pur non avendo mai vinto un titolo.

3. Ha inventato una schiacciata

L’aver giocato con uno dei migliori schiacciatori della storia, nonché suo cugino (Vince Carter), lo ha sicuramente aiutato ma le qualità da dunker verò T-Mac le ha sempre avute tanto da realizzarne una che avrebbe aperto le porte alle future generazioni.

All Star Game 2002. McGrady prende palla e parte in contropiede, si alza la palla a tabellone e schiaccia prepotentemente lasciando i compagni e gli avversari sbalorditi. È la nascita della Remix, ripetuta poi in partita da molti giocatori, non ultimo un certo LeBron James.

4. Avrebbe voluto giocare a baseball

Il basket non è stato il suo primo amore e a dirla tutta nemmeno l’ultimo. McGrady avrebbe sempre voluto giocare a baseball, ma il maggior successo con la palla a spicchi al liceo lo ha portato a cambiare sport.

Dopo il ritiro dalla pallacanestro però ha ripreso in mano il suo vecchio sogno e ha giocato tre mesi come Pitcher nella Atlantic League, una lega minore associata alla MLB, in cui ha partecipato perfino all’All Star Game. Dopo aver concluso la gara eliminando il suo primo giocatore, T-Mach si è ritirato dal baseball.

5. Ha tenuto più di 30 punti di media per quattro Playoff consecutivi

Come abbiamo detto, è stato uno scorer con pochi eguali quando il fisico glielo ha permesso. Per quattro anni di fila ha tenuto più di trenta punti di media, tre con Orlando (con un picco di 33.1) e uno nel suo primo anno a Houston.

Vanta anche un record negativo però. Dal 2000 al 2012 la sua squadra è sempre stata eliminata al primo turno: l’unica volta in cui Houston è andata avanti T-Mac non ha giocato per infortunio e le sue uniche Finals sono arrivate in extremis, l’ultimo anno di carriera in cui ha giocato la post-season con gli Spurs.

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