I Cavs hanno messo in mostra tutti i limiti dei GSW
La pesante sconfitta subita dai Golden State Warriors contro i Cavs ha fatto riaffiorare tutti i dubbi su Steph Curry e compagni

Un paio d’ore per fare un viaggio nel tempo. Il 136-117 con cui i Cavs annientano GSW somiglia a questo. Cleveland non batteva Golden State così nettamente da Gara-5 delle NBA Finals 2016, quello che poi è risultato essere il primo squillo della rimonta storica di cui tutti conosciamo bene l’epilogo.
Cleveland è di nuovo una contender, con interpreti diversi. Lato GSW, Steph Curry e Draymond Green erano protagonisti allora e lo sono ancora. I Warriors hanno vinto – sorprendentemente – 7 delle prime 9 partite, ma l’ultima batosta li riporta con i piedi ben per terra. In poco meno di 48 ore: vittoria di livello in casa dei Boston Celtics, Campioni in carica, poi il crollo contro la squadra che finora detiene il miglior record della Regular Season (10-0).
Donovan Mitchell & Co (+40 all’intervallo) ribaltano GSW e ne mostrano l’altra faccia della medaglia: quella di una squadra che – parole di Steph – crede di poter vincere contro chiunque, ma che senza il suo traino (soltanto 12 punti in 24’) è ancora senza leader, con un gruppo che matura lentamente e che tarda a trovare l’equilibrio per poter essere a lungo termine la 3a forza della Western Conference. Sì, il record dice 7-2, ma i Warriors hanno ancora tanti step da completare prima di trovare realmente un’identità marcata.
Un’eventuale trade a febbraio – che sembra nell’aria – può essere un passo in quella direzione?