Storie NBA, The Ball’s Family

Tre fratelli con lo stesso destino e una figura paterna importante (oltre che invadente). Quando il tuo cognome diventa uno dei brand più discussi d’America

La Famiglia Ball

Chino Hills, California. Inizia qui la carriera dei tre fratelli Ball, cresciuti sotto l’ombra del padre LaVar, un uomo che ha in mente il miglior futuro possibili per i propri figli. Lui è un ex giocatore di football americano, sua moglie una ex cestista professionista, perciò il terreno è fertile per far crescere la prole e renderla un marchio commerciale.

La storia è quella di un padre che allena i suoi ragazzi in maniera ossessiva, maniacale e che non ammette errori o rinunce. Questo è il racconto di Lonzo Ball (1997), LiAngelo Ball (1998) e LaMelo Ball (2001), gli eredi della Ball’s Family.

Seconda e terza scelta al Draft NBA

Non sarebbe esistita nessuna dinastia Ball senza la spinta di LaVar, che per i suoi figli crea una bolla in cui crescere ed allenarsi allo sfinimento. Il campo nel giardino di casa è un Serengeti in cui apprendere ogni segreto della pallacanestro, un luogo in cui i tre fratelli devono cambiare la storia della palla a spicchi. Il capo famiglia crea una coesione tale tra i suoi ragazzi che al liceo, la squadra di Chino Hills stabilisce un record di 35 vittorie e 0 sconfitte a cavallo tra il 2015 e il 2016, sulle orme di quegli Warriors che chiuderanno la stagione NBA 73-9, superando quel 72-10 dei Bulls di Michael Jordan.

Lonzo ha visione di gioco ed è rapido a leggere i movimenti dei suoi compagni, il college di UCLA lo recluta e nella sua unica stagione all’università della California, mette in luce gli insegnamenti del padre, uomo con il chiodo fisso per i passaggi laser e per il tiro dalla lunga distanza. Il maggiore dei fratelli mostra tutto il suo arsenale e complice l’enorme campagna pubblicitaria del padre, viene scelto dai Los Angeles Lakers con la numero 2 al Draft 2017. LaMelo non vuole seguire le orme del fratello, non ci sono atenei che fanno al caso suo e si trasferisce in Australia per giocare da professionista. Il carattere indisciplinato è un problema per gli Illawarra Hawks (squadra australiana del campionato NBL), lui è una prima donna e fugge, senza lasciare notizie o tracce di sé. Lo zampino del padre è ancora una volta decisivo: i suoi video sono i più visualizzati dagli scout, i social media fanno il resto, così il minore dei Ball veste la divisa dei Charlotte Hornets, dopo essere stato chiamato alla numero 3 dell’ultimo Draft.

La pecora nera

Il figlio di mezzo è quello che solitamente viene messo in disparte, poco considerato e brutto anatroccolo di qualsiasi famiglia. L’eccezione che conferma la regola si chiama proprio LiAngelo Ball, ragazzo che non gode nemmeno dei favori del padre, arresosi al fatto che il classe 1998 sia un disastro completo come persona e come giocatore. La partenza in discesa con la borsa di studio a UCLA aveva fatto ben sperare, ma il furto in un negozio di Louis Vuitton durante un tour in Cina gli costa l’arresto e l’espulsione dall’ateneo. LaVar non lo prende nemmeno in considerazione quando si parla di futuro in NBA, lo umilia pubblicamente dicendo di poter contare solamente sul figlio maggiore e su quello minore.

Finisce undrafted nel 2018, si mette in mostra nel campionato Junior fondato dal padre, registrando prestazioni palesemente gonfiate dalla scarsa competitività delle squadre avversarie. Il cognome stuzzica e nel Dicembre 2019 arriva un contratto in G-League con la squadra affiliata degli Oklahoma City Thunder, dove però causa Covid-19, non vede il campo nemmeno per un secondo. Il padre non demorde, vuole trasformare il suo anatroccolo in cigno e mostrando più volte i suoi “trofei” con le differenti divise delle franchigie a cui sono legati, strappa un “exhibit 10” per LiAngelo. I Pistons si fanno ingolosire dalla pubblicità dei Ball, ma dove c’è il trucco, c’è anche l’inganno e accorgendosi del pacco acquisito, in meno di 2 settimane lo tagliano senza possibilità di replica.

Il marchio delle 3B: Big Baller Brand

Dietro ad un grande uomo, c’è una grande compagnia. La mente di LaVar Ball partorisce il “Big Baller Brand”, le tre B in onore dei suoi figli. Il marchio viene creato con l’obiettivo di mettere in mostra il talento dei ragazzi e di presentarli al mondo dei professionisti come imprenditori ancor prima che giocatori di pallacanestro.

Scarpe da basket costose, acqua con l’etichetta 3B, la carriera da rapper (parallela a quella da cestista) lanciata sotto il segno del brand più discusso degli USA. Una firma che attira l’attenzione anche di personaggi influenti come Quavo del gruppo trap Migos, originari di Atlanta.

Un’ombra aleggia anche sopra al Big Baller Brand: infatti, nel Gennaio 2018 viene votato come peggior marchio sul mercato dal Better Business Bureau. Il grave problema è la negligenza con cui gli addetti alle vendite si curano di spedire i prodotti richiesti dagli acquirenti, i quali spesso finivano per ricevere materiale sbagliato, fallato o addirittura aspettare mesi, se non anni per poter vedere finalmente consegnato il materiale acquistato. Tra i clienti non soddisfatti, anche una star della MLB (Adam Jones), che avrebbe ricevuto il suo paio di ZO2 solo un anno dopo la richiesta. Infine nel 2019, il marchio ha ricevuto l’ennesimo “F grade”, ovvero valutazione pessima, poiché alcune delle scarpe vendute non avevano ancora subito i test di controllo.

Il potere della pubblicità

LaVar è influente, le sue parole iperboliche risuonano con una eco tale da far discutere per settimane, mesi e anni. Ha la fama di essere un ex-giocatore di football americano, ma non ha mai giocato una partita in NFL, avendo fatto parte solo dei “practice team” di New York Jets e Carolina Panthers. Ha venduto il suo marchio come il migliore sulla piazza, ricevendo però solo critiche e le peggiori recensioni dagli addetti ai lavori e dai clienti. Eppure alla fine di un anno strano come il 2020, grazie ai suoi interventi paradossali, ha fatto in modo che tutti e tre i suoi figli firmassero un contratto NBA.

Dalle colline di Chino Hills alla Lituania, il capostipite della famiglia Ball ha venduto le sue pietre grezze come perle e oggi ha un’attenzione mediatica che pochi al mondo si possono permettere. Il futuro, con due figli nella Lega di basket più famosa del mondo, è roseo e nonostante le critiche possano piovere fino alla fine dei suoi giorni, LaVar Christopher Ball cadrà sempre in piedi.

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