Come si valuta la Legacy? Pippen riflette sulla carriera di Barkley
Cosa si intende per legacy? Scottie Pippen commenta con rispetto la carriera NBA di Charles Barkley

Lavorare per ottenere premi individuali e di squadra è l’obiettivo di ogni atleta. Nel mondo della pallacanestro americana, forse più che in qualsiasi altro sport, il concetto di ‘Legacy’ viene costantemente discusso come unità di misura per valutare la carriera dei più grandi giocatori.
Per ‘Legacy’ si intende la somma di tutti i riconoscimenti ottenuti durante il percorso sportivo, legata all’influenza che un cestista ha avuto sia a livello individuale che collettivo. Si potrebbe quindi pensare che, più un giocatore è stato fondamentale per la propria squadra e più è riuscito a vincere trofei, maggiore sarà il valore della sua Legacy.
Un ragionamento corretto, ma che esclude troppi cestisti che, pur avendo avuto una carriera straordinaria, non sono riusciti a ottenere gli stessi riconoscimenti di altre superstars. Uno di questi è Charles Barkley, che, nonostante 16 anni di altissimo livello in NBA, non è mai riuscito a vincere premi né di squadra né individuali.
In casi come questo, come si può quantificare la Legacy di un cestista? A questa domanda ha provato a rispondere Scottie Pippen, che durante una puntata del PBD Podcast ha mostrato grande rispetto per la carriera di Barkley:
Non ha mai giocato le NBA Finals, né ha vinto un titolo. Tutti conoscono Barkley per il suo lavoro su TNT, ma soprattutto per essere stato un giocatore fantastico. Ha vinto due medaglie d’oro e ha contribuito in modo significativo alla globalizzazione di questo sport
Scottie Pippen
Le parole della leggenda dei Chicago Bulls evidenziano un aspetto fondamentale che spesso viene trascurato: l’enorme contributo che Barkley ha dato al ‘prodotto’ NBA. Non solo un atleta straordinario, ma anche una figura chiave nel processo di internazionalizzazione di questo sport, che grazie a campioni come lui ha raggiunto un pubblico globale, in particolare durante manifestazioni internazionali come le Olimpiadi.
Dagli anni ’90 in poi, la NBA ha lavorato moltissimo sulla creazione di un prodotto sportivo capace di coinvolgere anche gli appassionati d’oltreoceano. Ed è proprio durante le competizioni internazionali che, volontariamente o meno, gli atleti statunitensi chiamati a rappresentare la propria nazione hanno contribuito a vendere al mondo l’immaginario della pallacanestro americana, aiutandola a raggiungere lo status che ha oggi.