DeMarcus Cousins contro Gobert: “È lui il più sopravvalutato della NBA”
Dopo il sondaggio di The Athletic che ha incoronato Haliburton come il giocatore più sopravvalutato della NBA, DeMarcus Cousins punta il dito contro Rudy Gobert

L’annuale sondaggio anonimo condotto da The Athletic tra i giocatori della NBA ha, come sempre, fatto discutere. In particolare, la scelta di nominare Tyrese Haliburton come il giocatore più sopravvalutato della lega ha acceso una serie di polemiche, non solo tra i tifosi ma anche tra addetti ai lavori e personaggi del mondo della pallacanestro nord americana.
Tra questi c’è DeMarcus Cousins, ex All-Star e oggi opinionista, che durante un episodio di ‘Run It Back’ su FanDuel TV ha criticato duramente l’esito del sondaggio: ha difeso Haliburton e spostato l’etichetta di “più sopravvalutato” su un altro nome da tempo bersaglio di critiche nella NBA, Rudy Gobert.
Non sono d’accordo sul fatto che Haliburton venga ritenuto il più sopravvalutato. È abbastanza chiaro che sia Gobert. Non puoi essere un quattro volte Difensore dell’Anno e venire sistematicamente messo fuori gioco nei playoff
Demarcus Cousins
Le parole di “Boogie” riflettono una critica che da anni accompagna Rudy Gobert: ottimo giocatore in regular season, ma spesso in difficoltà quando il gioco si fa più fisico e veloce nei playoff. Nonostante i numeri – e i quattro premi di Defensive Player of the Year – il centro dei Timberwolves viene spesso esposto contro quintetti più piccoli e dinamici.
Alcuni dei problemi principali poi sono la sua scarsa mobilità sul perimetro e la difficoltà a tenere i cambi difensivi, come dimostrato nel confronto diretto con Luka Doncic. Nella serie in corso contro i Lakers, Doncic ha attaccato ripetutamente il centro francese in pick-and-roll, mettendone in evidenza tutte le lacune difensive lontano dal ferro.
Dopo la vittoria dei californiani in Gara 2, la serie si sposta ora a Minneapolis. Per Gobert sarà l’occasione di rispondere alle critiche e dimostrare di poter essere decisivo anche quando conta davvero, nella parte di stagione in cui si separano i buoni giocatori dalle vere leggende.