Jimmy Butler è la chiave per liberare Steph Curry: la lezione di Gara 7
Stephen Curry sotto assedio senza Jimmy Butler. Contro i T’Wolves, i GSW dovranno sfruttare l’impatto dell’ex Heat per liberare Steph dalla morsa dei raddoppi

Dopo due pesanti sconfitte in Gara 5 e 6, gli Warriors hanno ritrovato sé stessi nel momento più importante della serie contro i Rockets, ma il messaggio che ne esce è chiaro: senza l’impatto di Jimmy Butler, Steph Curry non respira.
Per i Rockets di coach Udoka la strategia è stata spietata ma efficace: raddoppio sistematico su Steph, difesa fisica, ritmo controllato e dominio sotto canestro grazie alla solidità di una lineup più strutturata e, in alcuni momenti, potenziata dalla presenza di Steven Adams. In quel contesto, il quintetto piccolo di Golden State ha semplicemente faticato a stare in campo, travolto dalla fisicità avversaria.
L’unica via d’uscita è arrivata in Gara 7, con Jimmy Butler a guidare la riscossa (oltre ad un Buddy Hield in formato MVP). I numeri parlano chiaro: nei minuti in cui l’ex-Heat è sul parquet, almeno uno dei migliori difensori avversari è costretto a occuparsi di lui, spezzando il meccanismo perfetto costruito per soffocare Curry.
Quando invece Butler è seduto, l’attenzione difensiva su Steph Curry torna asfissiante: i suoi tiri sono contestati in media da 1.6 uomini. Un dato che conferma quanto la sola presenza di Jimmy riesca a generare spazio e opportunità per tutto il sistema offensivo.
Jimmy è il motivo per cui siamo qui
Stephen Curry
In vista della serie contro Minnesota, Kerr sa di dover puntare tutto su questa dinamica: se Curry deve essere libero di colpire, serve Butler a renderlo possibile.