Il destino dei Cavs è nelle mani di Evan Mobley

Dopo aver dominato i Bucks con una prova di maturità tattica, Indiana si prepara ad affrontare i Cleveland Cavaliers con un’arma ben collaudata: il pick&roll di Tyrese Haliburton con Myles Turner.

Nella serie precedente, Brook Lopez è stato spesso messo in difficoltà dalla capacità di Turner di aprire il campo, costringendolo a uscire dalla comfort zone del pitturato. Ora la stessa trappola sembra pronta per Jarrett Allen, che pur con una maggiore mobilità rispetto al centro dei Bucks, tende comunque a restare ancorato vicino al ferro come successo in spesso nella sconfitta di gara 1.

Proprio per evitare di ripetere gli errori di Milwaukee, i Cavs dovranno ripensare gli accoppiamenti difensivi. La chiave potrebbe essere Evan Mobley: lungo moderno, elastico e con letture difensive di alto livello, il prodotto di USC sembra il profilo ideale per accoppiarsi a Turner e limitarne l’impatto sul perimetro.

In questo modo, Allen potrà restare vicino al ferro, agendo da intimidatore in aiuto sulle penetrazioni e soprattutto sui tagli di un giocatore fisico e imprevedibile come Pascal Siakam.

Ma l’impatto di Mobley non si limiterà alla metà campo difensiva. Se Cleveland riuscirà a reggere il colpo nella propria area, l’attacco potrà sfruttare a sua volta il mismatch sotto canestro: Indiana ha mostrato difficoltà nel contenere i lunghi avversari, e i Cavs avranno due torri da servire vicino al ferro. La presenza contemporanea di Allen e Mobley potrebbe così trasformarsi da potenziale problema tattico a vantaggio competitivo decisivo.

In una serie che promette di essere una battaglia di letture e adattamenti, la versatilità di Mobley sarà probabilmente l’ago della bilancia. Il destino dei Cavaliers, oggi più che mai, passa dai suoi piedi agili e dalla sua intelligenza difensiva.