Lu Dort, istruzioni per l’uso: quando la difesa non basta più
Le difficoltà di Lu Dort nella serie contro i Nuggets: un difensore prezioso, ma la mancanza di versatilità offensiva penalizza la squadra

Tre punti, un solo canestro su sei tentativi e sei falli commessi: questo il deludente contributo di Luguentz Dort in Gara 3 contro i Denver Nuggets, in una partita in cui il canadese è rimasto in campo per ben 34 minuti. Un minutaggio difficile da giustificare alla luce dell’impatto offensivo praticamente nullo e delle difficoltà evidenti anche nella metà campo difensiva.
Nella serie precedente contro Memphis, Dort aveva trovato pane per i suoi denti: Desmond Bane rappresentava il tipo di avversario ideale da limitare fisicamente, e in quel contesto era riuscito a esaltare le sue caratteristiche da specialista difensivo.
Contro Denver, però, la musica è cambiata. Jamal Murray è troppo rapido per lui sul primo passo, mentre Aaron Gordon troppo fisico da contenere spalle a canestro. Il risultato? Dort appare come un corpo estraneo, un giocatore fuori contesto che fatica a trovare un senso tattico nella serie.
La lacuna più evidente resta l’attacco: nonostante le stagioni in NBA, Dort continua a mostrarsi restio ad ampliare il proprio arsenale offensivo. Senza un tiro affidabile e senza reali letture in situazioni dinamiche, finisce per diventare un peso per l’attacco di OKC, già messo a dura prova da percentuali deficitarie.
Coach Daigneault ha preso atto della situazione in Gara 4, riducendone sensibilmente il minutaggio. Con un altro 2/10 dal campo, Dort ha visto il campo solo per 19 minuti, a favore di Wallace e Wiggins, entrambi più efficaci nell’aprire il campo e garantire un minimo di fluidità offensiva.
In una serie tanto complessa quanto fisica, l’utilizzo di Dort va ripensato: non basta più avere solo l’etichetta di stopper difensivo. Senza un impatto positivo su entrambi i lati del campo, anche un mastino come lui rischia di diventare un lusso che OKC non può permettersi.