New York torna a sognare, Knicks alle finali di conference: “Non è ancora finita”
I Knicks dominano Gara 6 al Madison Square Garden e tornano alle finali dell’Est dopo 24 anni. Una serata da ricordare per New York

I New York Knicks riscrivono la storia recente della franchigia con una serata perfetta: travolgono i Boston Celtics 119-81 al Madison Square Garden, chiudono la serie sul 4-2 e staccano il pass per le finali della Eastern Conference per la prima volta dal 2000.
La pressione alla vigilia di Gara 6 era alta. Dopo aver sprecato una grande occasione in Gara 5 – con Boston priva di Jayson Tatum – e dopo una sconfitta pesante in Gara 3, i Knicks si giocavano molto più di una semplice qualificazione.
Il rischio di dover tornare a Boston per una Gara 7 era concreto. Ma New York ha risposto nel modo più netto possibile, dominando dal primo all’ultimo minuto e lasciando i campioni in carica senza possibilità di replica.
Probabilmente è stata la nostra miglior partita della postseason. Siamo stati solidi per 48 minuti
Coach Thibodeau
Josh Hart è stato il simbolo della serata con una tripla doppia da 24 punti, 11 rimbalzi e 11 assist, ma tutto il quintetto ha girato alla perfezione: quattro giocatori sopra i 20 punti (Hart, Brunson, Anunoby e Towns), difesa impenetrabile e controllo totale dei rimbalzi.
Non è ancora finita. Abbiamo fatto il nostro dovere, ma ora c’è un altro passo da fare
Josh Hart
Per i Knicks, quattro giocatori in doppia cifra oltre i 20 punti: Jalen Brunson, Josh Hart, OG Anunoby e Karl-Anthony Towns. Un dato che testimonia la forza del collettivo, rappresentato anche dalla scelta dei titolari di presentarsi insieme alla conferenza stampa post-gara.
Euforia? La città la sta vivendo, certo, ma noi sappiamo che non è finita qui. Abbiamo fatto il nostro dovere, ma abbiamo ancora strada da fare.”
Mikal Bridges
Il prossimo capitolo sarà contro gli Indiana Pacers, gli stessi che li eliminarono un anno fa in Gara 7 delle semifinali di Conference. Stavolta, però, New York avrà il vantaggio del campo e, soprattutto, un’identità solida, costruita su sacrificio, equilibrio e un Garden che è tornato a essere un fattore.