Thunder show in Gara 7, Shai: “L’ansia mi ha motivato”

Shai Gilgeous-Alexander guida una squadra giovane e ambiziosa
alla conquista delle finali di Conference dopo nove anni

Shai Gilgeous-Alexander in Gara-1 dei Playoff NBA tra Oklahoma City Thunder e Memphis Grizzlies

Con una prova di forza impressionante, gli Oklahoma City Thunder mandano al tappeto i campioni in carica dei Denver Nuggets in Gara 7 (125-93) e tornano a giocarsi una finale di Conference dopo nove anni.

La squadra più giovane della NBA ha superato nervi, pressione e un avvio complicato, trasformando l’ultima sfida della serie in una dichiarazione di maturità. Shai Gilgeous-Alexander è la calma fatta giocatore, ma stavolta nemmeno lui ha potuto nascondere l’ansia.

Ero nervoso, sinceramente. Sapevo che sarebbe bastata una serata storta perché finisse tutto. Ma quei nervi mi hanno acceso

Shai Gilgeous-Alexander

E in effetti, l’avvio di OKC è stato tutt’altro che rassicurante: 10 errori nei primi 15 tiri, sotto 10-21 già nel primo quarto, mentre Denver sembrava pronta a sfruttare l’effetto sorpresa del recupero miracoloso di Aaron Gordon, in campo nonostante una seria lesione muscolare.

Il momento di svolta? Gli ultimi tre minuti del secondo quarto. I Thunder si scrollano di dosso la tensione con un parziale di 18-5, trascinati da un Jalen Williams incontenibile (11 punti nel solo finale di primo tempo, 5/5 dal campo).

Non sapevo cosa aspettarmi da una Gara 7, ma sapevo che volevo viverla da protagonista. Non ho praticamente dormito

Jalen Williams

La chiave difensiva, però, è stata l’azzardo più riuscito: Alex Caruso, guardia di 1.96, messo in difesa su Nikola Jokic, 2.11 e tre volte MVP. Un mismatch teorico, trasformato in un capolavoro tattico. L’ex Bulls ha contenuto Jokic grazie a un lavoro di anticipo continuo, appoggiandosi sull’aiuto costante di Chet Holmgren e dei lunghi. Risultato: il serbo mai davvero in controllo e i Nuggets incapaci di trovare ritmo.

La vittoria di Gara 7 non è solo il passaggio del turno: è la dimostrazione che questi Thunder sono molto più avanti nel loro processo di crescita di quanto si potesse immaginare. Hanno retto la pressione, corretto i propri errori in corsa e mostrato una maturità che pochi si aspettavano.

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