Cos’è il PER? La metrica che mostra il vero impatto nei Playoff NBA
Il Player Efficiency Rating è la metrica che più di ogni altra racconta chi incide davvero in campo. Domina Giannis Antetokounmpo, ma LeBron James è ancora lì

Quando iniziano i playoff NBA, il modo in cui valutiamo le prestazioni dei giocatori cambia. Le percentuali al tiro, i punti segnati o le palle perse diventano dati meno significativi se presi da soli. È qui che entra in gioco uno degli indicatori più discussi (e utili): il Player Efficiency Rating, meglio noto come PER.
Il PER è una metrica avanzata che tiene conto del rendimento del singolo giocatore in tutte le principali categorie statistiche, sia offensive che difensive, rapportando il tutto al rendimento della propria squadra. In poche parole, è uno strumento che cerca di misurare quanto un giocatore incida realmente sul campo, al di là dei semplici numeri.
In questa post season, il leader assoluto del PER è Giannis Antetokounmpo, che, nonostante un contesto di squadra estremamente povero, è riuscito a dominare individualmente la serie contro i Pacers, chiudendo con un impressionante 33.2 di PER. Un dato che lo piazza nettamente davanti al secondo classificato, Donovan Mitchell, staccato di quasi sei punti.
Chiude il podio un nome che divide da sempre tifosi e addetti ai lavori: LeBron James. Nonostante i suoi quasi 40 anni, un’eliminazione precoce dai playoff e un plus/minus da dimenticare, il numero 23 dei Lakers fa registrare un PER di 25.4, superiore addirittura a quello dei due principali candidati MVP: Nikola Jokic e Shai Gilgeous-Alexander.
Insomma, il PER non racconta tutto, ma in contesti dove il margine d’errore è minimo, aiuta a capire chi davvero sta facendo la differenza.