Il caso Alex Caruso: decisivo contro Jokic, sacrificato contro i T’Wolves
Da protagonista assoluto a comprimario tattico.
Il ruolo di Caruso è cambiato radicalmente nella serie playoff contro i Timberwolves

La solida prestazione di Alex Caruso in Gara 7 contro i Nuggets resterà impressa nella memoria di ogni tifoso dei Thunder. Con 11 punti pesantissimi e una difesa asfissiante su Nikola Jokic, l’ex Lakers ha incarnato lo spirito combattivo di OKC in uno dei momenti più delicati della stagione.
L’azzardo tattico di coach Daigneault, che lo ha voluto in single coverage sul serbo per l’80% dei minuti in cui era in campo, si è rivelato decisivo. Un’impresa che ha permesso ai Thunder di compiere un passo fondamentale nel loro percorso playoff.
Eppure, all’inizio della serie contro i Minnesota Timberwolves, il ruolo di Caruso appare decisamente ridimensionato. Il motivo? I cambiamenti nelle esigenze difensive della squadra. L’attacco dei T’Wolves, molto più statico e prevedibile rispetto a quello dei Nuggets, non richiede la presenza costante di uno specialista difensivo come Caruso. La struttura difensiva di OKC è infatti perfettamente in grado di contenere l’offensiva avversaria anche senza il suo contributo costante.
In questo scenario, sono aumentati i minuti per altri profili come Isaiah Joe, Cason Wallace e Lindy Wiggins. Pur non brillando in fase offensiva, questi giocatori rispondono meglio alle necessità dinamiche di questa nuova sfida, contribuendo a mantenere il ritmo e la versatilità nei quintetti.
Ma se oggi Caruso non sembra essere una pedina centrale contro Minnesota, resta comunque chiaro che ogni speranza dei Thunder di arrivare fino in fondo passa anche da quella notte in Colorado. Una prestazione che ha cambiato il corso della loro postseason – e forse, dell’intera stagione.