Finals NBA 2025: il ruolo della G-League che nessuno racconta

Spesso ignorata, la G-League continua a produrre talenti che fanno la differenza nei momenti decisivi della stagione NBA

Juan Toscano Anderson G League Intercontinental Cup Fina

Spesso trascurata dai media e oscurata dallo scintillio dell’NBA, la G-League nata come NBA Development League e rinominata nel 2017 dopo un accordo con Gatorade – continua a rivestire un ruolo cruciale nella crescita del basket professionistico statunitense. Nonostante la poca visibilità e un livello tecnico percepito in calo negli ultimi anni, questa lega di sviluppo resta una tappa fondamentale per molti giocatori e allenatori che oggi calcano i parquet più prestigiosi.

Negli ultimi anni, complice l’emergere di percorsi alternativi per i giovani talenti – come i college sempre più ricchi o le esperienze formative in Europa – la G-League sembra aver perso parte del suo appeal. Basti pensare che tra i volti più rappresentativi della lega oggi c’è Mac McLung, noto più per le sue schiacciate spettacolari che per impatti decisivi a livello NBA. Ma guardando oltre la superficie, la realtà racconta un’altra storia.

Osservando le attuali Finali di Conference, emerge un dato sorprendente: circa il 60% dei giocatori coinvolti ha trascorso un periodo nella G-League. Certo, molti di loro sono riserve o ruoli marginali, ma non mancano le eccezioni di peso. Rudy Gobert, Donte DiVincenzo, Pascal Siakam, Aaron Nesmith, Miles McBride e Alex Caruso sono solo alcuni dei nomi di spicco che hanno affinato il proprio gioco in questa lega.

E non finisce qui: anche coach Mark Daigneault, oggi alla guida di una delle squadre più interessanti dell’NBA, ha iniziato la propria carriera proprio dalla panchina di una squadra di G-League, così come una folta schiera di assistenti oggi presenti nelle principali franchigie.

Lontana dai riflettori, la G-League rimane un terreno fertile in cui i giovani possono sbagliare, crescere e imparare senza le pressioni eccessive dell’élite professionistica. Un ambiente più libero, ma non per questo meno formativo. E sebbene la sua immagine non sia più quella di un tempo, il contributo silenzioso di questa lega allo sviluppo del talento NBA resta più importante che mai.

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