LeBron James attacca i trainer: “Vogliono più fama dei giocatori”
Nel suo podcast, LeBron James denuncia un problema sempre più diffuso tra i giovani giocatori: allenatori che cercano notorietà
Nell’ultima puntata del suo podcast Mind The Game, pubblicata il 1° giugno, LeBron James ha lanciato un messaggio forte e diretto ai giovani giocatori: attenti ai trainer che puntano più alla notorietà che allo sviluppo degli atleti.
Affiancato da Luka Doncic e dalla leggenda NBA Steve Nash, LeBron ha raccontato come i suoi primi passi nella lega siano stati guidati dalla passione per il gioco, non da allenatori personali.
Non ho avuto un trainer nei primi anni della mia carriera. Il mio unico obiettivo era scendere in campo e giocare. Punto
LeBron James
Il vero bersaglio delle sue parole sono però quei preparatori che, secondo James, sfruttano la crescita dei giovani per mettersi in mostra:
Alcuni vogliono diventare più famosi del ragazzo che allenano. Cercano attenzione, interviste, telecamere. Ma questo non è allenare. L’obiettivo dovrebbe essere aiutare l’atleta a migliorare, non costruirsi una carriera sulla sua pelle
LeBron James
Il numero 23 ha anche denunciato come questo atteggiamento stia cambiando il modo in cui i ragazzi si avvicinano al basket:
Si sta perdendo il senso del gioco, la sua bellezza, la purezza. Molti giovani oggi sono più preoccupati di chi li allena che del migliorare sul serio
LeBron James
Le parole di LeBron arrivano in un momento particolare della sua carriera. Dopo l’eliminazione al primo turno dei playoff, il futuro resta incerto: ha ancora una player option da 52.6 milioni di dollari per la stagione 2025-26, ma potrebbe scegliere di rinunciare e firmare un nuovo accordo, magari biennale, con un secondo anno opzionale.
A quasi 40 anni, LeBron continua a essere un punto di riferimento non solo in campo, ma anche fuori. E quando mette in discussione il sistema che ruota attorno ai giovani talenti, lo fa con la lucidità di chi ha vissuto – e vinto – ogni tipo di battaglia nel mondo del basket.