“Basketball Without Borders”: il programma che scopre i talenti NBA

Da Shai a Embiid, passando per Gallinari e Fontecchio: ecco perché Basketball Without Borders è il futuro del basket globale

Terance Mann a Basketball Without Borders

Nonostante le tensioni internazionali degli ultimi anni possano far pensare il contrario, c’è stato un tempo – e c’è ancora oggi – in cui il basket ha saputo unire ciò che la geopolitica tende a dividere. Un esempio concreto? Il programma “Basketball Without Borders” (BWB), nato dalla collaborazione tra NBA e FIBA con l’obiettivo di promuovere la pallacanestro nelle aree del mondo meno esposte ai grandi circuiti europei e nordamericani.

Il format è tanto semplice quanto efficace: camp organizzati in diverse regioni del globo, dove i giovani talenti locali hanno l’occasione di allenarsi, confrontarsi e crescere sotto gli occhi attenti di allenatori NBA, giocatori professionisti e, soprattutto, scout delle franchigie senior. Un’occasione reale, concreta, per chi sogna di trasformare il basket in un futuro professionale.

Il progetto ha recentemente riconquistato i riflettori durante le NBA Finals, grazie alla presenza di sei giocatori internazionali che sono passati proprio attraverso i camp di BWB: Shai Gilgeous-Alexander, Isaiah Hartenstein e Lu Dort da una parte; Pascal Siakam, Andrew Nembhard e Bennedict Mathurin dall’altra. Tutti e sei hanno tratto beneficio da questa esperienza, riuscendo poi a ritagliarsi un ruolo da protagonisti in NBA.

Ma la lista è lunga e sorprendente: il nuovo Defensive Player of the Year Dyson Daniels, ad esempio, ha partecipato all’edizione australiana, dove è stato notato insieme al connazionale Josh Giddey. E ancora, Joel Embiid, oggi MVP NBA, venne scoperto proprio durante un camp BWB nel lontano 2011.

Anche l’Italia ha potuto trarre vantaggio da questo percorso: Danilo Gallinari e Simone Fontecchio, due tra i nostri migliori rappresentanti nel basket d’oltreoceano, sono passati dal programma, confermando quanto sia diventato un vero e proprio trampolino di lancio per il talento globale.

In definitiva, “Basketball Without Borders” non è solo un progetto sportivo, ma un’iniziativa culturale che sta contribuendo a riscrivere la mappa mondiale della pallacanestro, ampliando gli orizzonti del gioco e offrendo opportunità dove prima non c’erano. E i risultati, anno dopo anno, sono sempre più evidenti.

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