Cosa resta di Klay Thompson? Tra passato da All-Star e futuro incerto

Una volta simbolo di efficienza silenziosa, dedizione e letalità al tiro, Klay Thompson si trova oggi davanti a un bivio forse definitivo nella sua carriera. Riportato spesso sotto i riflettori più per la sua vita extra-campo che per meriti cestistici, l’ex stella dei Golden State Warriors si prepara a vivere una stagione che potrebbe segnare la fine di un’era.

Dopo anni segnati da infortuni e rendimento altalenante, Thompson approda in Texas in un contesto profondamente diverso da quello che lo ha reso grande. Il roster che lo accoglie è tra i più completi e giovani della lega, impreziosito dall’arrivo di Cooper Flagg, talento generazionale destinato ad assumere un ruolo da protagonista sin dal primo anno. In uno scenario simile, lo spazio per un Klay in calo fisico e tecnico si riduce inevitabilmente.

La stagione scorsa ha già evidenziato segnali chiari: Thompson è stato il giocatore NBA con il maggior calo di “gravità off-ball“, un indicatore che misura quanta attenzione una difesa dedica a un attaccante quando non ha il pallone. Un tempo costantemente marcato anche lontano dall’azione, oggi Klay non incute più lo stesso timore sul perimetro. Le sue percentuali di tiro (nonostante i workout estivi di altissimo livello), un tempo arma micidiale, sono diventate troppo discontinue per mantenere lo stesso rispetto da parte degli avversari.

A questo si aggiunge un declino naturale in termini di atletismo e mobilità, due fattori che ne limitano pesantemente l’impatto difensivo. Lontano dai fasti dei suoi giorni migliori, Thompson si ritrova ora a dover reinventare il proprio ruolo. Non più stella indiscussa, ma potenziale specialista d’esperienza in una squadra giovane e affamata.

La stagione che sta per iniziare potrebbe dunque essere l’ultima vera opportunità per Klay di rincorrere un anello lontano dalla Baia, magari da comprimario ma comunque da protagonista emotivo. Un epilogo romantico, se vorrà scriverlo. Altrimenti, il tramonto rischia di essere più rapido di quanto lui stesso immaginasse.