Loading

Il difetto che frena Deni Avdija in NBA

Leadership, versatilità e continuità: Avdija cresce ancora, ma senza un miglioramento dall’arco il suo futuro NBA rischia di restare incompleto

Con 24.4 punti, 7.6 rimbalzi e un solido 50% dal campo, Deni Avdija si è affermato come uno dei protagonisti assoluti a Eurobasket, trascinando una nazionale israeliana che, dal punto di vista tecnico, non offriva grandi alternative.

Già nell’ultima stagione NBA aveva dato segnali incoraggianti in termini di continuità, ma il peso di dover guidare da solo la propria squadra gli ha permesso di compiere un ulteriore salto in avanti in leadership e maturità.

Resta però una questione irrisolta che lo accompagna sin dagli inizi: la percentuale da tre punti. Con un modesto 32.4% complessivo, Avdija continua a mostrare limiti evidenti sul tiro dalla distanza. Nel contesto FIBA questo dato è stato in parte compensato dalle sue capacità a tutto campo, tanto che le statistiche generali non ne hanno risentito in maniera drastica.

Ma in NBA, dove la dimensione perimetrale è imprescindibile, questa lacuna diventa un freno pesante alla sua piena esplosione.

Il paradosso è che Avdija sfugge alle etichette tradizionali: non è il classico scorer, ma nemmeno il role player da spot-up tipico dei profili 3&D. La sua versatilità lo rende affascinante e allo stesso tempo difficile da incasellare, un’arma tattica che rischia però di restare incompleta se non migliora la resa dall’arco.

A 24 anni il tempo per colmare questa lacuna non gli manca, ma il prossimo passo sarà fondamentale: per consolidarsi anche in NBA dovrà misurarsi in contesti competitivi di livello più alto, dove la sua crescita tecnica e mentale potrà essere davvero messa alla prova.

Leggi anche

Failed to load data