Dwight Howard su Jokic: “La serie nella Bolla lo ha cambiato”

Dwight Howard, ex centro dei Los Angeles Lakers, ha espresso la sua opinione circa l’evoluzione del gioco di Jokic

Dwight Howard

Nikola Jokic è considerato da molti il giocatore più forte del mondo. Il suo curriculum parla per sé: 3 volte MVP della regular season, un titolo NBA e un MVP delle Finals. Nonché primo giocatore della storia a chiudere una partita da 30-20-20.

La sua legacy è ormai quasi consolidata, nonostante abbia ancora molti anni davanti a sé. Il suo stile di gioco è diventato un incubo per qualsiasi difesa: basato su movimenti spalle a canestro, visione di gioco straordinaria e scarichi precisi per i tiratori negli angoli o per i tagli dal lato debole.

Dwight Howard, ospite nel podcast di Michael Porter Jr., ex compagno di squadra del Joker, ha fornito un’analisi personale sul processo di crescita del serbo, mettendo in evidenza quanto la serie contro i Lakers nella bolla possa averlo influenzato:

Penso che la sconfitta nella bolla abbia acceso un fuoco dentro di lui. Come a dire: ‘Ehi non esiste, io devo vincere. Devo vincere adesso. Devo tornare ed essere migliore

Dwight Howard a Curious Mike

Il campione NBA con i Lakers è stato uno dei pochi centri capaci di mettere in difficoltà Jokic, come ammesso anche dallo stesso Michael Porter Jr. L’esperienza e la fisicità dell’ex Orlando Magic sono risultati fondamentali nella serie per stancare il serbo e renderlo meno lucido nei momenti cruciali della partita.

Jokic contro i Lakers

Il cambiamento di cui parla Dwight Howard lo possiamo notare anche attraverso un confronto statistico tra le due serie giocate in finale di Conference contro i Lakers, nel 2020 e nel 2023.

Nella bolla il Joker chiuse la serie con 21.8 punti, 7.2 rimbalzi e 5.0 assist di media, con il 53.2% dal campo e il 35.7% da 3. Colpi di genio e giocate di livello, ma prestazioni meno continue a causa della fisicità gialloviola.

Tre anni dopo, nel 2023, il copione si è rovesciato completamente. Gli stessi Lakers, ancora guidati da LeBron e Davis, si sono ritrovati davanti non solo uno Jokic più forte, ma trasformato. Il suo fisico era cambiato e, soprattutto, era migliorato il suo modo di controllare la partita.

In quelle Finali di Conference, dominate 4-0 dai Nuggets, il serbo mise insieme una media di 27.8 punti, 14.5 rimbalzi e 11.8 assist. Una tripla doppia quasi costante, con percentuali da oltre il 50 % al tiro e quasi il 47 % da tre punti.

Quella serie è diventata l’immagine perfetta della sua maturazione. Jokic, nominato MVP delle Western Conference Finals, ha infine conquistato il primo titolo NBA della sua carriera e della storia dei Nuggets, iniziando di fatto a essere considerato tra i migliori di sempre.

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