Arenas avverte i GSW: “Serve un nuovo Klay accanto a Curry”

Secondo Gilbert Arenas, né Jimmy Butler né Draymond Green sono le seconde opzioni ideali accanto a Stephen Curry

Stephen Curry con Klay Thompson e Draymond Green in maglia Golden State Warriors

C’è sempre qualcosa di affascinante nei Golden State Warriors: una squadra che vive a metà tra la nostalgia della dinastia e la voglia di restare ancora lì, tra i grandi. Ma stavolta, la domanda che si fa anche Gilbert Arenas è semplice: chi è il secondo violino di Steph Curry?

Il modo in cui Steph gioca li terrà sempre rilevanti. Ma ha bisogno di un altro ragazzo che lo aiuti a muovere la squadra. Jimmy Butler gioca un basket di squadra, è un giocatore orientato al collettivo. Non c’è una seconda opzione definita in quella squadra

Gilbert Arenas

Nel suo podcast Gil’s Arena, l’ex All-Star non ha usato giri di parole: Jimmy Butler, arrivato per dare una mano al 30, non è quel tipo di giocatore. Troppo altruista, troppo legato al concetto di squadra per essere la spalla che Curry aveva in Klay Thompson o, per un breve ma leggendario periodo, in Kevin Durant. Butler è solido, affidabile, esperto – ma non il tipo che dice “oggi segno 30 e vinciamo grazie a me”.

E qui entra in scena Jonathan Kuminga. Il 23enne con un fisico da cyborg e un talento che aspetta solo di esplodere. Arenas l’ha detto chiaro: se c’è qualcuno che può prendersi quel ruolo, è lui. Ma serve coraggio, serve la mentalità di chi decide di essere la seconda opzione e non solo “quello che completa il quintetto”.

Non hanno più Klay (Thompson, ndr), non hanno più un numero due. Kuminga e Buddy Hield non si sono ancora imposti dicendo: ‘Sarò io a prendere quei 18 tiri, sarò io la seconda opzione.’ Al momento, questo non ce l’hanno

Gilbert Arenas

Per ora, i Warriors sembrano un gruppo che vive ancora del genio di Steph (per distacco su chiunque altro il miglior tiratore di tutti i tempi). Finché lui c’è, restano competitivi, ma per tornare a sognare in grande serve un partner all’altezza. Butler, con i suoi 18 punti di media, è più un lusso difensivo che un’arma offensiva; Buddy Hield può aiutare, ma non è un creatore di gioco; e Kuminga, per quanto talentuoso, deve ancora dimostrare di poter reggere la pressione.

Intanto Curry continua a fare magie, ma a 37 anni non può più caricarsi tutto sulle spalle come un tempo. L’Ovest è un’arena piena di giovani belve – Thunder e Timberwolves – e squadre lunghe e complete – Nuggets e Lakers – e restare al passo non sarà facile.

Il messaggio di Arenas è chiaro: o qualcuno si prende la responsabilità di diventare la vera seconda opzione, oppure i Warriors resteranno una splendida storia del passato. E chissà, magari proprio Kuminga, con un po’ di incoscienza giovanile, potrebbe essere la scintilla che riaccende la dinastia.

Leggi anche

Loading...